mercoledì 24 febbraio 2016

41 Il pianeta Terra - Le praterie

LE PRATERIE

Nella parte interna dei continenti vi sono vaste aree in cui le precipitazioni non sono mai abbondanti, con valori compresi tra i 200 e i 750 mm annui, ed il clima è di tipo continentale, con escursioni termiche molto forti: per alcuni mesi la temperatura media rimane sotto lo zero e il terreno è coperto da un manto nevoso, mentre in estate il clima è nettamente più caldo, sui 20°-24°. Qui si trovano le praterie, che un tempo si estendevano su una vasta area: in Eurasia, dall’Europa sud-orientale fino alla Mongolia, e in America settentrionale su tutte le pianure ai piedi delle Montagne Rocciose. Esse erano presenti anche in Nuova Zelanda e in America meridionale, in una zona caratterizzata da precipitazioni più abbondanti, tra 500 e 1.000 mm annui: qui però la maggiore evaporazione riduce l’acqua disponibile, per cui vi è una notevole aridità.

Prateria nella Mongolia Interna (Cina)

L’ambiente naturale prevalente in queste regioni è la prateria aperta, chiamata anche steppa o, in Argentina, pampa, in cui le condizioni climatiche sono poco favorevoli alla crescita degli alberi: la prateria, infatti, è formata da piante erbacee perenni, appartenenti a specie diverse, e da alcune latifoglie di dimensioni ridotte. Solitamente la prateria presenta una varietà di specie vegetali assai molto più ridotta della foresta.

Erbe nella prateria della Mongolia

Steppa presso i Monti Altaj nella Russia asiatica
  
La pampa argentina

La vegetazione delle praterie offre cibo e rifugio per un numero limitato di animali, tra cui alcuni grandi erbivori: l’antilope saiga, il cavallo e l’asino selvatico in Asia, il bisonte e l’antilocapra in America settentrionale. Nelle praterie vivono anche animali che scavano le proprie tane nel suolo, come alcune marmotte, i cani delle praterie (in America settentrionale) e l’armadillo (in America centro-meridionale). Non sono invece numerosi, soprattutto in Eurasia, gli uccelli, per la mancanza di luoghi di nidificazione, i rettili e gli anfibi. I predatori sono costituiti dagli uccelli rapaci e da alcuni mammiferi carnivori, tra cui il lupo, la volpe e, in America settentrionale, il coyote. Alcuni animali sono endemici di alcune regioni, come il nandù o il cervo delle pampas (che vivono in una zona compresa tra il Brasile e la Patagonia), o alcuni serpenti endemici degli Stati Uniti.

Un esemplare adulto e uno giovane di antilope saiga in Russia

Un kulan (una delle 5 sottospecie di asino selvatico dell’Asia oggi esistenti) in uno zoo del Canada

Bisonti nel Parco Nazionale di Yellowstone (U.S.A.)

 Un’antilocapra nel Wyoming (U.S.A.)

Una marmotta (a sinistra) e un cane delle praterie negli Stati Uniti d’America

Un armadillo in Brasile

 Un Pantherophis emoryi, un serpente non velenoso comune nelle Grandi Pianure degli USA

 Una civetta delle tane, così chiamata perché ha l’abitudine di nidificare dentro le tane di altri animali quali il cane delle praterie

Un piro-piro codalunga in Texas: è solo un esempio di uccello che vive nelle praterie nordamericane

Un coyote nel Montana (U.S.A.)
  
Un nandù nella Patagonia cilena

 Un cervo delle pampas argentine

 Un serpente della specie Lampropeltis gentilis, endemico degli USA

I terreni dove si è sviluppata la steppa sono spesso suoli molto fertili. Essi vengono perciò irrigati e coltivati, in particolare in Eurasia e nell’America settentrionale, oppure vengono utilizzati per il pascolo, soprattutto nell’America meridionale. Di conseguenza la vegetazione originaria è stata quasi completamente sostituita da specie introdotte dall’uomo e sopravvive in alcune aree destinate a parco o particolarmente aride.

Coltivazioni cerealicole nel Montana (U.S.A.): vaste aree di prateria sono diventate campi per l’agricoltura

Anche molti animali tipici delle steppe sono ormai estinti allo stato selvatico, come il tarpan, o hanno rischiato l’estinzione, come il cavallo di Przewalski, l’antilope saiga e il bisonte americano. Anche il bisonte europeo era giunto quasi all’estinzione (nel 1927 venne ucciso l’ultimo esemplare selvatico e ne rimanevano 50 esemplari negli zoo), ma negli anni successivi alcuni esemplari allevati in cattività sono stati reintrodotti in alcuni Stati europei, in particolare in Polonia e in Bielorussia.

Un cavallo di Przewalski in Mongolia


Un'antilope saiga in uno zoo statunitense

Un bisonte europeo


Nessun commento:

Posta un commento