sabato 20 febbraio 2016

40 Il pianeta Terra - Foreste boreali, temperate, mediterranee

LE FORESTE BOREALI, TEMPERATE, MEDITERRANEE

A sud della regione polare artica il clima è di tipo boreale moderatamente freddo: benché le temperature possano scendere in inverno sotto i – 60° e proprio in questa regione si raggiungano i minimi del nostro emisfero, in estate esse sono molto più miti e nel mese di luglio la media è di 20°. Il suolo può essere permanentemente gelato (permafrost), ma nei mesi invernali una coltre di neve protegge le piante e le loro radici dal gelo. Qui si sviluppa la foresta boreale nota come taiga: essa si estende su vaste regioni dell’emisfero settentrionale, in genere a nord del 50° parallelo, sia in America, sia in Eurasia; più a sud si trova solo sulle catene di montagne più alte, quali le Alpi; è invece assente nell’emisfero meridionale.

Veduta aerea di una zona dell’Alaska (U.S.A.) in cui è evidente il compenetrarsi di due ambienti (la tundra e la taiga) che segnano il passaggio dalla regione subpolare a quella boreale

La foresta boreale è costituita da aghifoglie, quali l’abete e il pino, che sono sempreverdi, e il larice, che perde le foglie in inverno. Il suolo è coperto da licheni, muschi e da alcuni arbusti, ma la vegetazione non è mai molto densa, per le condizioni climatiche avverse, e la varietà di specie vegetali è nettamente inferiore a quella di altri tipi di foresta.

La taiga siberiana (Russia)

Nella taiga vivono diversi animali, in particolare mammiferi, uccelli e insetti, mentre non si trovano rettili e anfibi, a causa del freddo e del clima secco. Come avviene nella tundra, così nella taiga in inverno molti animali vanno in letargo, per esempio la marmotta, oppure migrano verso sud, come fanno quasi tutti gli uccelli; anche qui alcuni animali, tra cui l’alce, rimangono in attività nei mesi più freddi.

Due ciuffolotti delle pinete (un maschio e una femmina) in Canada: è solo uno dei tanti esempi di uccelli che hanno come habitat naturale la foresta di conifere

Un alce in Canada

A sud della foresta boreale si trovano ambienti diversi a seconda della quantità di precipitazioni. Nelle regioni a clima più arido è presente la prateria (se ne parlerà nel prossimo post), in quelle a clima più umido la foresta temperata. Quest’ultima si sviluppa in aree caratterizzate appunto da un clima temperato, che ha precipitazioni piuttosto variabili, da 500 a più di 2.000 mm annui. Le foreste temperate si trovano in entrambi gli emisferi, ma prima degli interventi dell’uomo coprivano un’area assai più vasta di quella attuale, soprattutto nell’emisfero settentrionale, dove si estendevano su gran parte del territorio europeo, in Asia (lungo la costa del Pacifico) e in America (lungo la costa dell’Atlantico).

Foresta di latifoglie in autunno sui Monti Appalachi (North Carolina – U.S.A.)

La foresta temperata può presentare una vegetazione disposta a strati: gli alberi più alti raggiungono anche i 50 metri e a volte vi è uno strato inferiore di alberi compresi tra i 7 e i 10 metri, poi gli arbusti, infine le piante erbacee, i muschi e i licheni, che possono essere poco numerosi perché sul suolo ogni autunno si accumula uno strato di foglie secche che lo ricopre completamente. Alcune latifoglie, in particolare querce, tigli, olmi, faggi e aceri, costituiscono gli alberi dominanti in tutte le aree, ma vi compaiono anche pioppi, betulle e altri alberi, che alternano un periodo di crescita in primavera-estate a un periodo di riposo in autunno-inverno. Spesso le latifoglie sono associate a specie sempreverdi, tra cui anche alcune aghifoglie.

Foresta mista (in cui predominano le betulle) nella regione di  Novosibirsk (Siberia occidentale - Russia)

Ma, come si è detto, la varietà nella quantità delle precipitazioni, fa sì che le foreste temperate assumano aspetti piuttosto diversi: ad esempio è assai particolare la foresta temperata oceanica, che troviamo lungo la costa occidentale dell’America, in un’area caratterizzata da piogge molte abbondanti, ed è costituita da una vegetazione assai rigogliosa, tra cui compaiono alberi come le sequoie e l’abete di Douglas, che possono superare i cento metri di altezza e hanno una longevità straordinaria.

A sinistra una sequoia, a destra un abete di Douglas

La foresta temperata ospita una fauna abbondante, per le condizioni climatiche favorevoli alla vita animale. Vi si trovano erbivori di grande taglia, tra cui prevalgono cervi, cinghiali, castori, ed animali presenti anche nella taiga, quali l’alce. Numerosi i rettili, gli insetti e gli uccelli che sugli alberi nidificano e trovano cibo. Tra i predatori l’orso e la volpe sono i più comuni.

Un cervo in un bosco della Scozia (Regno Unito)

Un cinghiale in Florida (U.S.A.)

Un castoro nell’Illinois (U.S.A.)

 Orsi in Kamchatka (Russia)

Una volpe in Giappone

Nelle zone mediterranee, dove le temperature non sono mai molto basse (10° nei mesi invernali) e la piovosità è ridotta (tra i 300 e gli 800 mm annui) e concentrata nel periodo invernale, si sviluppa la vegetazione mediterranea. Essa è tipica delle coste del mar Mediterraneo, ma si trova anche in alcune aree poco estese, quali la California meridionale (America settentrionale), l’Australia sud-occidentale, l’estremità meridionale dell’Africa.

A sinistra macchia mediterranea in Sudafrica, a destra in Grecia: la vegetazione è molto simile

È formata da una vegetazione sempreverde, che può essere di tipo forestale, se costituita da alberi ad alto fusto, o a boscaglia, se prevalgono gli arbusti e gli alberi di non grandi dimensioni (come ad esempio alcune pinete); la vegetazione a boscaglia viene chiamata macchia nell’area del Mediterraneo, chaparral in California, bush in Africa meridionale. Le specie che compongono la vegetazione mediterranea cambiano da regione a regione: lungo le coste del Mediterraneo e in California prevalgono le querce, mentre nell’Africa meridionale le specie arboree sono rare.

Bosco mediterraneo in Provenza (Francia)

Chaparral in California (U.S.A.)

La fauna è simile a quella delle aree temperate e sono pochi gli animali tipici di questo ambiente, come il daino europeo e la foca monaca mediterranea, di cui esistono ormai pochi esemplari.

Un daino europeo in California (U.S.A.)

 Una foca monaca mediterranea in Grecia

La foresta boreale si sviluppa in condizioni climatiche poco adatte agli insediamenti umani e perciò essa si è conservata sulla maggioranza del territorio originario, in cui spesso l’intervento degli uomini è stato limitato ad alcune aree. Invece la foresta temperata copre ormai una piccola parte dell’area originaria: in Europa come in Asia (Cina, Corea, Giappone) la forte densità di popolazione ha portato alla distruzione della maggior parte delle foreste esistenti. Anche le foreste rimaste sono state profondamente trasformate, perché gli uomini le hanno utilizzate per millenni sia per ricavarne legname, sia per il pascolo degli animali: la composizione della foresta è perciò diversa da quella originaria.

Pascoli nella Corea del Sud; senza i pascoli il paesaggio sarebbe molto più boschivo

Anche in America le foreste sono state trasformate dall’azione dell’uomo, ma in misura minore, perché la distruzione massiccia cominciò solo con l’arrivo degli europei, nel XVI secolo. Il disboscamento ha portato all’estinzione di alcune specie animali e ne minaccia molte altre.
Anche la vegetazione mediterranea è stata profondamente alterata dall’intervento umano: la foresta è ormai ovunque degradata a macchia, quando non è stata sostituita da costruzioni, campi coltivati e pascoli. Molti animali che vi vivevano sono diventati rari o si sono estinti, come è successo ad alcune antilopi africane. Oggi la foresta temperata e mediterranea sono abbastanza ben conservate solo in alcune aree protette.

Veduta sul Parco forestale nazionale Zhangjiajie (Cina)


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