LE FORESTE BOREALI, TEMPERATE,
MEDITERRANEE
A sud della regione polare artica
il clima è di tipo boreale moderatamente freddo: benché le temperature possano
scendere in inverno sotto i – 60° e proprio in questa regione si raggiungano i
minimi del nostro emisfero, in estate esse sono molto più miti e nel mese di
luglio la media è di 20°. Il suolo può essere permanentemente gelato
(permafrost), ma nei mesi invernali una coltre di neve protegge le piante e le
loro radici dal gelo. Qui si sviluppa la foresta boreale nota come taiga: essa
si estende su vaste regioni dell’emisfero settentrionale, in genere a nord del
50° parallelo, sia in America, sia in Eurasia; più a sud si trova solo sulle
catene di montagne più alte, quali le Alpi; è invece assente nell’emisfero
meridionale.
Veduta aerea di una zona dell’Alaska (U.S.A.) in cui è evidente il
compenetrarsi di due ambienti (la tundra e la taiga) che segnano il passaggio
dalla regione subpolare a quella boreale
La foresta boreale è costituita
da aghifoglie, quali l’abete e il pino, che sono sempreverdi, e il larice, che
perde le foglie in inverno. Il suolo è coperto da licheni, muschi e da alcuni
arbusti, ma la vegetazione non è mai molto densa, per le condizioni climatiche
avverse, e la varietà di specie vegetali è nettamente inferiore a quella di
altri tipi di foresta.
La taiga siberiana (Russia)
Nella taiga vivono diversi
animali, in particolare mammiferi, uccelli e insetti, mentre non si trovano
rettili e anfibi, a causa del freddo e del clima secco. Come avviene nella tundra,
così nella taiga in inverno molti animali vanno in letargo, per esempio la
marmotta, oppure migrano verso sud, come fanno quasi tutti gli uccelli; anche
qui alcuni animali, tra cui l’alce, rimangono in attività nei mesi più freddi.
Due ciuffolotti delle pinete (un maschio e una femmina) in Canada: è
solo uno dei tanti esempi di uccelli che hanno come habitat naturale la foresta
di conifere
Un alce in Canada
A sud della foresta boreale si
trovano ambienti diversi a seconda della quantità di precipitazioni. Nelle
regioni a clima più arido è presente la prateria (se ne parlerà nel prossimo
post), in quelle a clima più umido la foresta temperata. Quest’ultima si
sviluppa in aree caratterizzate appunto da un clima temperato, che ha
precipitazioni piuttosto variabili, da 500 a più di 2.000 mm annui. Le foreste
temperate si trovano in entrambi gli emisferi, ma prima degli interventi
dell’uomo coprivano un’area assai più vasta di quella attuale, soprattutto
nell’emisfero settentrionale, dove si estendevano su gran parte del territorio
europeo, in Asia (lungo la costa del Pacifico) e in America (lungo la costa
dell’Atlantico).
Foresta di latifoglie in autunno sui Monti Appalachi (North Carolina –
U.S.A.)
La foresta temperata può
presentare una vegetazione disposta a strati: gli alberi più alti raggiungono
anche i 50 metri e a volte vi è uno strato inferiore di alberi compresi tra i 7
e i 10 metri, poi gli arbusti, infine le piante erbacee, i muschi e i licheni,
che possono essere poco numerosi perché sul suolo ogni autunno si accumula uno
strato di foglie secche che lo ricopre completamente. Alcune latifoglie, in
particolare querce, tigli, olmi, faggi e aceri, costituiscono gli alberi
dominanti in tutte le aree, ma vi compaiono anche pioppi, betulle e altri
alberi, che alternano un periodo di crescita in primavera-estate a un periodo
di riposo in autunno-inverno. Spesso le latifoglie sono associate a specie
sempreverdi, tra cui anche alcune aghifoglie.
Foresta mista (in cui predominano le betulle) nella regione di Novosibirsk (Siberia occidentale - Russia)
Ma, come si è detto, la varietà
nella quantità delle precipitazioni, fa sì che le foreste temperate assumano
aspetti piuttosto diversi: ad esempio è assai particolare la foresta temperata
oceanica, che troviamo lungo la costa occidentale dell’America, in un’area
caratterizzata da piogge molte abbondanti, ed è costituita da una vegetazione
assai rigogliosa, tra cui compaiono alberi come le sequoie e l’abete di
Douglas, che possono superare i cento metri di altezza e hanno una longevità
straordinaria.
A sinistra una sequoia, a destra un abete di Douglas
La foresta temperata ospita una
fauna abbondante, per le condizioni climatiche favorevoli alla vita animale. Vi
si trovano erbivori di grande taglia, tra cui prevalgono cervi, cinghiali,
castori, ed animali presenti anche nella taiga, quali l’alce. Numerosi i
rettili, gli insetti e gli uccelli che sugli alberi nidificano e trovano cibo.
Tra i predatori l’orso e la volpe sono i più comuni.
Un cervo in un bosco della Scozia (Regno Unito)
Un cinghiale in Florida (U.S.A.)
Un castoro nell’Illinois (U.S.A.)
Una volpe in Giappone
Nelle zone mediterranee, dove le
temperature non sono mai molto basse (10° nei mesi invernali) e la piovosità è
ridotta (tra i 300 e gli 800 mm annui) e concentrata nel periodo invernale, si
sviluppa la vegetazione mediterranea. Essa è tipica delle coste del mar
Mediterraneo, ma si trova anche in alcune aree poco estese, quali la California
meridionale (America settentrionale), l’Australia sud-occidentale, l’estremità
meridionale dell’Africa.
A sinistra macchia mediterranea in Sudafrica, a destra in Grecia: la
vegetazione è molto simile
È formata da una vegetazione
sempreverde, che può essere di tipo forestale, se costituita da alberi ad alto
fusto, o a boscaglia, se prevalgono gli arbusti e gli alberi di non grandi
dimensioni (come ad esempio alcune pinete); la vegetazione a boscaglia viene
chiamata macchia nell’area del Mediterraneo, chaparral in California, bush in
Africa meridionale. Le specie che compongono la vegetazione mediterranea
cambiano da regione a regione: lungo le coste del Mediterraneo e in California
prevalgono le querce, mentre nell’Africa meridionale le specie arboree sono
rare.
Bosco mediterraneo in Provenza (Francia)
Chaparral in California (U.S.A.)
La fauna è simile a quella delle
aree temperate e sono pochi gli animali tipici di questo ambiente, come il
daino europeo e la foca monaca mediterranea, di cui esistono ormai pochi
esemplari.
Un daino europeo in California (U.S.A.)
La foresta boreale si sviluppa in
condizioni climatiche poco adatte agli insediamenti umani e perciò essa si è
conservata sulla maggioranza del territorio originario, in cui spesso
l’intervento degli uomini è stato limitato ad alcune aree. Invece la foresta
temperata copre ormai una piccola parte dell’area originaria: in Europa come in
Asia (Cina, Corea, Giappone) la forte densità di popolazione ha portato alla
distruzione della maggior parte delle foreste esistenti. Anche le foreste
rimaste sono state profondamente trasformate, perché gli uomini le hanno
utilizzate per millenni sia per ricavarne legname, sia per il pascolo degli
animali: la composizione della foresta è perciò diversa da quella originaria.
Pascoli nella Corea del Sud; senza i pascoli il paesaggio sarebbe molto
più boschivo
Anche in America le foreste sono
state trasformate dall’azione dell’uomo, ma in misura minore, perché la
distruzione massiccia cominciò solo con l’arrivo degli europei, nel XVI secolo.
Il disboscamento ha portato all’estinzione di alcune specie animali e ne
minaccia molte altre.
Anche la vegetazione mediterranea
è stata profondamente alterata dall’intervento umano: la foresta è ormai
ovunque degradata a macchia, quando non è stata sostituita da costruzioni,
campi coltivati e pascoli. Molti animali che vi vivevano sono diventati rari o
si sono estinti, come è successo ad alcune antilopi africane. Oggi la foresta
temperata e mediterranea sono abbastanza ben conservate solo in alcune aree
protette.
Veduta sul Parco forestale nazionale Zhangjiajie (Cina)
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