domenica 21 dicembre 2014

26 Il settore terziario - Il commercio



IL SETTORE TERZIARIO

Da qualche decennio l’economia mondiale è caratterizzata da una continua crescita di tutte le attività del settore terziario, chiamata processo di terziarizzazione. In Europa il settore terziario è ormai quello più importante per l’economia: occupa infatti la maggior parte della popolazione attiva in quasi tutti i Paesi e fornisce circa il 70% del reddito prodotto dagli Stati dell’Unione Europea, che è la maggiore potenza commerciale al mondo, dato che metà degli scambi commerciali internazionali avviene entro i suoi confini.
La crescita del settore terziario è dovuta a 3 fattori principali:
-         lo sviluppo delle nuove tecnologie delle telecomunicazioni e dell’informatica
-         l’aumento della domanda di servizi sempre più specializzati da parte delle aziende
-  la sempre maggiore richiesta di servizi da parte dei cittadini, soprattutto nel campo dell’istruzione, della cura delle persone, delle attività sportive e del turismo.
Malgrado questa crescita sia generalizzata in Europa, il processo di terziarizzazione non è omogeneo: è molto avanzato nei Paesi dell’Europa occidentale e settentrionale, è meno marcato nella regione mediterranea orientale ed è più arretrato nei Paesi dell’Est, dove la maggior parte dei servizi è di tipo tradizionale e le attività tecnologicamente avanzate sono poco sviluppate.
In tutti gli Stati europei, tuttavia, il settore terziario è quello in cui si concentra l’occupazione femminile; in Italia, per esempio, l’80% delle donne che lavorano è impiegato nei servizi.

Pubblico prevalentemente femminile a una conferenza sulle banche a Londra (Regno Unito)

IL COMMERCIO

Nel settore terziario l’attività più importante è il commercio, il quale è strettamente legato all’industria. L’industria, infatti, ha bisogno di acquistare materie prime e fonti di energia e deve vendere i propri prodotti su un mercato più ampio possibile: di qui la necessità di costruire le industrie in zone che siano facili al commercio, come i grandi fiumi (in particolare il Reno, la Senna, il Rodano e l’Elba) o le coste del Mare del Nord, da secoli un centro di traffici internazionali.
Non a caso i principali porti europei (Rotterdam, Londra, Le Havre, Anversa, Amburgo, Marsiglia) sono anche importanti centri industriali.

Industrie e strutture portuali nel porto di Rotterdam (Paesi Bassi)

La presenza di industrie a sua volta favorisce lo sviluppo dei centri commerciali (intesi come aree a forte sviluppo commerciale), poiché fa aumentare la quantità di prodotti in arrivo e in partenza; ne consegue che tutti i grandi porti europei si trovano negli Stati più industrializzati e che molti di essi sono anche porti petroliferi, dato che le industrie consumano petrolio in quantità notevoli.

Una petroliera sul Tamigi

Il commercio internazionale e ancor più quello intercontinentale si svolge principalmente per via marittima, che è meno costosa rispetto a quella terrestre o aerea (questa viene usata per le merci che richiedono un trasporto rapido), soprattutto per grandi quantità di merce.
Quando la merce viene scaricata dalle navi, è necessario, comunque, per farla giungere a destinazione, caricarla su autocarri, treni o chiatte (cioè grandi barche a fondo piatto adatte alla navigazione fluviale). Alcuni Stati europei hanno sviluppato il trasporto su rotaia (cioè con treni), poiché è meno inquinante e meno soggetto a incidenti.
Altri Stati (in particolare nell’Europa centrale) per la presenza di pianure, fiumi e canali (alcuni anche vecchi di secoli) privilegiano il trasporto fluviale su chiatte, che risulta invece poco praticabile nell’Europa meridionale, generalmente montuosa e con fiumi dalla portata irregolare.

Chiatta a Bonn (Germania)

Per il trasporto del petrolio e del gas naturale in Europa si fa uso di oleodotti e gasdotti.

Oleodotto sul Mare del Nord a Wilhelmshaven (Germania)

Come è già stato detto, il trasporto più importante è quello marittimo: per questo i principali centri commerciali in Europa sono i porti. Essi sorgono principalmente sull’estuario di un grande fiume: questa è una posizione sicura, al riparo dalle tempeste, l’acqua è profonda abbastanza da permettere a navi di grandi dimensioni di entrare nel porto, grazie anche alle maree, che nel Mare del Nord e nello Stretto della Manica sono particolarmente forti. Inoltre il fiume permette di comunicare direttamente con le regioni interne: il maggior porto europeo, Rotterdam, si trova sul Reno, già di per sé un fiume importante, che in più ha come affluente la Ruhr, la quale attraversa una delle principali regioni industriali del mondo.
Le Havre si trova sull’estuario della Senna, Amburgo sull’Elba, Anversa sulla Mosa, Londra sul Tamigi.

Il porto di Amburgo (Germania)

Poiché nell’Europa meridionale mancano ampi estuari, i principali porti si trovano in golfi naturali.

Il porto di Barcellona (Spagna)

Le aree dove si praticano grandi scambi commerciali sono costrette, come le industrie, a continui rinnovamenti tecnologici, se vogliono lavorare più in fretta e a prezzi inferiori rispetto alla concorrenza, secondo cioè i parametri richiesti oggi dagli industriali.
Il rinnovamento tecnologico ha determinato lo sviluppo di alcuni porti e la crisi di altri, come quello di Genova, che non hanno saputo adeguarsi alle esigenze di un mondo che cambia in continuazione e che necessita, per esempio, di spazi più grandi per ospitare le navi di nuova costruzione e di grande tonnellaggio (il tonnellaggio è il volume di carico di una nave mercantile). Molti porti hanno dovuto dotarsi di avamporti, cioè di moli situati in posizione avanzata sul mare: questo a volte succede quando sulla costa non c’è più spazio per la costruzione di moli e di attrezzature per le navi.

L’avamporto di Great Yarmouth (Regno Unito)

Il commercio, ossia la vendita dei prodotti industriali o del settore primario, può essere distinto in 2 tipi, se consideriamo i luoghi in cui avviene; può infatti essere nazionale o internazionale.
Quando i prodotti vengono venduti sul mercato nazionale, il loro prezzo subisce una maggiorazione dovuta alle tasse che ogni Stato impone su ciascun prodotto venduto: questa cifra è diversa da Paese a Paese.
Quando i prodotti vengono venduti sul mercato internazionale (cosa che sta avvenendo in misura sempre maggiore nel nostro mondo cosiddetto globalizzato), la tasse da pagare sono dette doganali, in quanto i prodotti attraversano la dogana, che è l’apposito ufficio che controlla il passaggio delle merci da uno Stato all’altro. Le tasse doganali possono essere anche piuttosto alte, in particolare se uno Stato adotta una politica protezionistica, ossia se cerca di proteggere le merci nazionali a scapito di quelle estere; imponendo una forte tassa su un prodotto straniero, se ne fa aumentare il costo e lo si rende meno appetibile per la gente comune, che preferirà acquistare il prodotto nazionale che costa di meno.

Doganieri francesi controllano un bagaglio all’aeroporto

Va ricordato che all’interno dell’Unione Europea dal 1993 vi è la libera circolazione delle merci (ad esclusione di quando vi siano rischi per la salute pubblica o per l’ambiente) e sono state abolite le tariffe doganali; in questo modo l’acquisto di un bene nazionale o straniero viene determinato non dal prezzo minore o maggiore dovuto alle maggiorazioni tributarie, bensì dalla sua qualità.
Va considerato, inoltre, che l’andamento del commercio internazionale dipende anche dal cambio monetario, cioè dal valore della moneta di uno Stato rispetto al valore della moneta di un altro Stato; il cambio monetario varia in continuazione, addirittura giorno per giorno, sulla base della legge del mercato, cioè la legge della domanda e dell’offerta. Se il valore di una moneta aumenta, le importazioni da altri Stati vengono a costare di meno, perché le monete di quegli Stati valgono di meno; perciò è più facile o più conveniente procurarsi all’estero materie prime o prodotti industriali esteri. Invece i prodotti esportati vengono a costare di più negli altri Paesi e perciò meno gente li acquista.
Dunque, l’aumento del valore di una moneta favorisce le importazioni e danneggia le esportazioni. La diminuzione, invece, del valore di una moneta provoca il fenomeno contrario.
L’introduzione in molti Stati europei dell’euro ha complessivamente semplificato le operazioni legate al tasso di cambio, come si chiama il rapporto tra il valore delle diverse monete esistenti nel mondo.

Diverse monete del mondo

Anche se consideriamo l’utente a cui si rivolge il commercio, possiamo distinguere 2 tipi di commercio: quello all’ingrosso, che si occupa della distribuzione delle merci dai produttori ai negozianti, e quello al dettaglio, rivolto ai consumatori finali, cioè i cittadini.
Nel caso del commercio all’ingrosso svolgono un ruolo importante le fiere commerciali, grandi mostre specializzate in cui migliaia di espositori provenienti da tutto il mondo pubblicizzano i loro prodotti. Ve ne sono di diverso tipo, fino a quello massimo rappresentato dalle esposizioni universali (o expo) che si svolgono ogni 5 anni.

L’ingresso alla Fiera di Francoforte sul Meno (Germania)

Il commercio al dettaglio è in continua espansione, ma con modalità differenti nei diversi Stati europei. Nell’Europa settentrionale e occidentale, cioè nell’Europa più ricca, il commercio al dettaglio si basa sempre più su grandi catene di supermercati (dove prevalgono i prodotti alimentari) e ipermercati (dove prevalgono prodotti non alimentari), che sorgono soprattutto nelle periferie urbane o lungo grandi vie di comunicazione e che, accostati a negozi di vario tipo, formano i cosiddetti centri commerciali; spesso questi centri commerciali sono di proprietà di grandi imprese multinazionali, come la francese Carrefour, la principale azienda commerciale europea presente in 30 Stati (in Europa, America latina, Africa e Asia), con migliaia di punti vendita e centinaia di migliaia di dipendenti.

Un centro commerciale Carrefour a Bordeaux (Francia)

In questa parte dell’Europa, inoltre, sono in diminuzione i piccoli negozi a conduzione familiare e sono in aumento i grandi magazzini e i negozi specializzati nella vendita di merci di tipo omogeneo: elettrodomestici, informatica, bricolage, sport, eccetera.
Negli Stati mediterranei e orientali, in quelli prevalentemente agricoli e nei centri non molto grandi, il commercio si svolge soprattutto in negozi di piccole dimensioni a gestione familiare (panetteria, salumeria, bar, merceria, negozio d’abbigliamento, cartoleria, ecc.) o in mercati (all’aperto o al chiuso) con le merci esposte su bancarelle. Anche in tali paesi, però, il settore è in trasformazione: si registrano infatti un aumento delle dimensioni dei negozi e la comparsa di grandi gruppi multinazionali.

Mercato all’aperto a Veliko Tărnovo (Bulgaria)

Mercato coperto a Valencia (Spagna)

IL PAESAGGIO DEL COMMERCIO

Le attività economiche legate al commercio, in tutte le forme fin qui descritte, organizzano lo spazio secondo caratteristiche ben distinte.
I porti occupano spazi costieri molto estesi ed anche, come si è già detto, penetrano nel mare con gli avamporti.
Di solito il tratto di mare in cui sorge un porto viene protetto da dighe, che riducono il moto ondoso e facilitano le operazioni di carico e scarico delle navi.

Il porto di Odessa (Ucraina): è evidente la funzione delle dighe

Tra la diga e la costa si viene a formare in questo modo un tratto di mare detto bacino, dotato di banchine e sporgenti che permettono l’approdo delle navi e di moli, attrezzati per lo scarico e la conservazione momentanea dei diversi prodotti: si hanno perciò moli con silos per i cereali, moli portacontainer per lo sbarco e il trasferimento dei container, moli per prodotti alimentari con magazzini frigoriferi, eccetera. Ogni tipo di molo è dotato di attrezzature particolari (gru, tubi di aspirazione, magazzini di un certo tipo) e quindi ha una propria fisionomia, evidente anche da lontano.
Sul molo arrivano anche la strada e la ferrovia per il trasferimento delle merci sui mezzi di trasporto terrestri.

Il porto di Le Havre (Francia)

Il commercio al dettaglio avviene nei negozi, nei grandi magazzini  e nei centri commerciali.
Il negozio singolo, più o meno grande, si trova in tutte le zone di una città o di un paese: la sua importanza aumenta, però, se si trova in una zona centrale (nelle grandi capitali europee, per esempio, i negozi più prestigiosi si trovano nel centro storico).
L’esterno del negozio è una vetrina sul marciapiede (o sotto i portici), elegante e illuminata anche di notte, dove sono esposti i prodotti di maggior richiamo. Sopra la vetrina (e a volte anche nella porta d’ingresso) si trova l’insegna pubblicitaria, che indica il tipo di attività svolta o la marca produttrice del prodotto in vendita in quel negozio.

Negozio di una nota marca di jeans sugli Champs Elysées di Parigi

L’interno del negozio comprende lo spazio di esposizione, con gli scaffali per gli oggetti appoggiati alle pareti, e lo spazio di circolazione dove i clienti si muovono o sostano per guardare la merce.
In un negozio lavorano solitamente il proprietario (magari con i famigliari) e alcuni commessi.

Merce esposta negli scaffali all’interno del negozio Levis sugli Champs Elysées a Parigi

I grandi magazzini hanno un esterno formato da più di una vetrina, dove sono esposti i diversi tipi di merce venduta; lo spazio interno è diviso da molti scaffali, che formano un percorso per il cliente. In un grande magazzino lavorano un direttore, molti commessi, qualche magazziniere.
Il centro commerciale è situato o in un unico grande edificio, o in una serie di edifici accostati; sorge solitamente lungo una grande via di comunicazione vicino a una città, ma può trovarsi anche nel centro della città. Se si trova fuori città, è comodo da raggiungere in automobile e consente di fare acquisti al chiuso, evitando i pericoli del traffico, le intemperie o il caldo eccessivo d’estate (è sempre dotato, infatti, di aria condizionata).
All’esterno il centro commerciale, se di costruzione moderna ed extraurbano, appare non molto diverso dai capannoni industriali: è circondato da un grande parcheggio per i clienti, posto in prossimità dell’ingresso per i clienti, che è diverso da quello per le merci, in modo che i camion dei fornitori e le automobili degli acquirenti non si intralcino a vicenda. Nello stesso parcheggio si possono trovare anche un distributore di benzina e altri servizi, quali ad esempio un cinematografo. Se invece sorge in centro città, può occupare anche una costruzione storica o comunque di un certo valore architettonico.

L’Altmarkt Galerie, un centro commerciale in zona centrale a Dresda (Germania)

All’interno, oltre al supermercato o ipermercato e ai vari negozi si trovano spesso grandi magazzini monotematici, ad esempio dedicati all’elettronica o al bricolage; non mancano inoltre bar, gelaterie e fast food per fare una pausa fra un acquisto e l’altro. L’interno è un luogo curato, costruito per mettere a proprio agio gli acquirenti: negozi e bar sono disposti su più piani, collegati da scale mobili; gli arredi sono scelti in modo da creare un luogo non anonimo e piacevole, con luci e lampadari di vario tipo, piante verdi, megaschermi televisivi, tavolini per sedersi, spazi gioco per i bambini piccoli e così via.

L’interno del centro commerciale Vasco da Gama di Lisbona (Portogallo)

 L'interno del centro commerciale MyZeil di Francoforte sul Meno (Germania)

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