giovedì 11 settembre 2014

23 La silvicoltura


LA SILVICOLTURA

Da miglia di anni l’uomo utilizza il legno offerto dagli alberi per scopi diversi: per il riscaldamento, la cottura dei cibi, l’illuminazione e i lavori artigianali. Da alcuni secoli anche per produrre la cellulosa, che è la materia prima per fare la carta.

Monaci medievali intenti a disboscare; i frati benedettini in particolare si distinsero per opere
 di deforestazione in molte parti d’Europa

In tutto questo tempo le foreste europee sono state abbattute in gran numero, tanto che oggi esse sono quasi scomparse in gran parte del continente. Ne esistono ancora soltanto in quelle aree che l’uomo non può comodamente abitare o utilizzare per l’agricoltura, ossia nell’Europa settentrionale e nelle zone di montagna. Ovviamente si tratta a volte di foreste spontanee, ma molto spesso si tratta invece di foreste “artificiali”, in quanto o l’uomo interviene comunque per mantenere il bosco pulito, o addirittura lo crea lui stesso, piantandovi gli alberi che preferisce: in ogni caso per praticarvi la silvicoltura.
È un’attività praticata specialmente in Svezia, Finlandia e Russia, dove crescono le foreste di conifere che formano la taiga. Nella foresta di conifere utilizzata per la silvicoltura le piante vengono poste nel terreno a una certa distanza predefinita: non troppo ravvicinata, altrimenti crescendo le piante si ostacolerebbero, ma nemmeno troppo distanziata, in modo da sfruttare il più possibile lo spazio a disposizione.

Foresta di conifere in Finlandia

Foresta in Svezia: la regolarità con cui gli alberi sono distanziati uno dall’altro
testimonia che si tratta di una foresta piantata dall’uomo

Quando gli alberi sono cresciuti fino al punto giusto per ricavarne il legname, essi vengono tagliati: l’operazione avviene secondo degli avvicendamenti studiati in modo da avere sempre una certa quantità di legname, così come allo stesso modo la piantagione degli alberi avviene a turno.
Svezia: taglio del bosco

La conoscenza dei problemi ecologici e l’affermarsi di una mentalità rispettosa della natura ha portato alla diffusione in Europa di una silvicoltura attenta al rinnovo naturale dei boschi, alla biodiversità e alla sostenibilità di questa attività; non lo stesso avviene in altri continenti, dove la silvicoltura viene praticata con sistemi definiti “di rapina”.
Analoga alla silvicoltura del Nord Europa è quella praticata in tutti gli Stati Europei, per il mercato locale e per scopi diversi: le piante più frequentemente coltivate sono il pioppo per l’industria della carta, il faggio, il frassino e il noce per l’arredamento.

Pioppeto in Italia

Nei pressi delle foreste di conifere dell’Europa settentrionale, in particolare là dove ci sia un fiume, sorgono le fabbriche che producono la cellulosa. Dopo il taglio i tronchi degli alberi vengono trasportati (con camion o a volte con elicotteri) sul fiume, dove vengono riuniti in grande zattere e fatti arrivare alle industrie per fluitazione, cioè galleggiando nell’acqua trasportati dalla corrente. Giunti a destinazione, i tronchi vengono racchiusi dentro grandi recinti a forma di anello.

Tre immagini di fluitazione

Nella fabbrica (segheria) i tronchi vengono scortecciati e sminuzzati in pezzetti di legno, chiamati chips; essi poi vengono trattati col vapore per sciogliere le sostanze legnose e liberare le fibre di cellulosa, le quali infine sono ripulite e sbiancate fino ad ottenere un impasto detto “pasta di cellulosa”.
La pasta di cellulosa può essere di vari tipi, a seconda del materiale legnoso usato: se ne ricavano, quindi, anche diversi tipi di carta (da quella più economica, più soggetta all’invecchiamento e all'ingiallimento, che viene usata per i giornali, i cartoni e oggetti vari di uso quotidiano, a quella più pregiata, usata per l’imballaggio alimentare o per le cosiddette “riviste patinate”).

Segheria in Finlandia

Grandi rotoli di carta in una tipografia finlandese

L’uso molto elevato di carta e di prodotti cartacei e la volontà di preservare le foreste e di non farne un consumo indiscriminato ha portato i Paesi sviluppati al sempre più frequente riciclaggio della carta: infatti la cellulosa contenuta nella carta può essere riutilizzata per circa il 95% per produrre nuova carta, con grandi risparmi energetici, idrici e di legname (per esempio il riciclaggio della carta costa mediamente quasi la metà dell’incenerimento).

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