venerdì 20 giugno 2014

3 Elementi del paesaggio: le acque interne

LE ACQUE INTERNE


Le acque interne sono chiamate anche acque dolci, per distinguerle da quelle salate del mare.
Quando piove, queste acque in parte rimangono in superficie, in parte si infiltrano nel terreno.
In montagna la pendenza del terreno fa scorrere l’acqua verso valle, formando tanti corsi d’acqua, che, a seconda della grandezza, si chiamano ruscelli, torrenti e fiumi.

Se nel terreno c’è una depressione (una conca) l’acqua si accumula e forma un lago; un fiume può entrare nel lago (allora si chiama immissario) e poi può uscirne (allora si chiama emissario). Verso la pianura i diversi corsi d’acqua si uniscono di solito in un unico fiume principale.

In pianura l’acqua piovana (cioè la pioggia) penetra nel suolo e arriva in profondità, fino a formare dei grandi depositi sotto terra, chiamati falde acquifere (o falde idriche). Anche quest’acqua scende verso il mare, fino a quando riesce a riemergere o a finire direttamente in mare.

In zone con particolari rocce che si sciolgono facilmente, l’acqua che penetra nel terreno forma delle cavità carsiche, ossia delle grandi grotte, scende in profondità e forma dei fiumi sotterranei, fino a quando riesce a riemergere in superficie.

I CORSI D’ACQUA

Tutta l’acqua che scorre in un avvallamento (che si chiama alveo), forma un corso d’acqua. Però si distinguono 3 tipi diversi di corsi d’acqua:

1- il ruscello, che è piccolo, si forma dove il pendio della montagna è più ripido e non ha un alveo ben preciso


2- il torrente, che è stagionale (cioè ha più acqua in certe stagioni e meno in altre; a volte può essere anche asciutto) ed è alimentato dalle acque dei ruscelli che lo formano, riunendosi assieme


3- il fiume, che è alimentato da diversi corsi d’acqua ed è perenne, cioè ha sempre acqua.


L’acqua piovana che cade in un certo territorio, scende a seconda della pendenza da una parte o dall’altra dei versanti delle montagne; il territorio che unisce tutta l’acqua che cade “dalla stessa parte”, forma un bacino idrografico. La linea che divide un bacino idrografico da un altro si chiama linea spartiacque.
Osserva l’immagine:


Il disegno mostra un bacino idrografico, formato da un fiume e da 4 torrenti. Il torrente a sinistra, che scorre da un altro versante della montagna, fa parte di un altro bacino idrografico.
La linea rossa che segue le cime delle montagne è la linea spartiacque.

IL CORSO DI UN FIUME

Osserva il disegno:


Il corso di un fiume viene diviso generalmente in 2 parti: il corso superiore (cioè la parte in montagna, dove il fiume ha una forte pendenza) e il corso inferiore (cioè la parte in pianura, dove il fiume ha una pendenza debole o quasi nulla).
Il fiume, come già sai, scorre in un alveo che è chiuso ai lati dal terreno rialzato, cioè dagli argini, che formano la riva destra e la riva sinistra. Per capire qual è la riva destra di un fiume e qual è la riva sinistra, bisogna mettersi nella posizione indicata dal prossimo disegno.


Il punto in cui nasce un fiume si chiama sorgente: può essere una sorgente glaciale, cioè il fiume nasce dall’acqua che si scioglie in un ghiacciaio, oppure può essere il punto del terreno da cui escono uno o più rivoli d’acqua.

Le sorgenti del Reno di origine glaciale, nelle Alpi svizzere

Il Po poco dopo la sua sorgente a Pian del Re, dove nasce mescolando acque di diversa provenienza (una deriva dal ghiacciaio sul Monviso, altre da laghi sotterranei)

Scorrendo verso valle, il fiume (che all’inizio è solo un torrente) riceve l’acqua di altri torrenti: un torrente o un fiume che finisce in un altro torrente o in un altro fiume si chiama affluente.

Il punto in cui il Ticino confluisce nel Po, diventando suo affluente

Quando un fiume attraversa alcuni salti di roccia, forma una cascata.

Cascate di Gavarnie, nei Pirenei francesi

Quando un fiume incontra una conca, una depressione del terreno, la riempie con la sua acqua e forma un lago. Il fiume che entra in un lago si chiama immissario, il fiume che esce da un lago si chiama emissario; a volte il fiume immissario e il fiume emissario hanno nomi diversi.

Il fiume Sarca è il principale immissario del lago di Garda (ce ne sono anche altri)

Il fiume Mincio è l’emissario del lago di Garda

Dove le montagne si abbassano di quota, il fiume si apre un passaggio ed entra in pianura.
In pianura, dove la pendenza è debole ma comunque c’è, l’acqua del fiume scorre più lentamente, perciò l’alveo del fiume è sinuoso, cioè tutto a curve, che si chiamano anse o meandri. In un meandro il fiume modifica il terreno in maniera diversa: nel lato esterno, dove la forza della corrente è maggiore a causa della forza centrifuga, scava il terreno e allarga il meandro; nel lato interno, dove la corrente è debole, si depositano sabbia e ghiaia.


Infine il fiume arriva al mare: il punto finale del corso d’acqua si chiama foce. La foce può essere di 2 tipi:
- la foce a delta, quando il fiume si divide in tanti rami più piccoli, che attraversano un terreno pieno di detriti portati dal fiume fin lì
- la foce a estuario, quando il fiume finisce in mare allargandosi come un imbuto.

Una veduta parziale del delta del Po, fatto di tanti rami che finiscono nell’Adriatico

La foce dell’Arno a estuario

PORTATA DI UN CORSO D’ACQUA

La portata di un corso d’acqua è la quantità di acqua che passa in un secondo in un punto dell’alveo; si misura infatti in metri cubi al secondo (m³/s). Essa non è costante, ma varia durante l’anno, infatti dipende dalla pioggia che cade nel bacino idrografico del corso d’acqua e dallo scioglimento delle nevi e dei ghiacciai.
Un corso d’acqua perciò può avere una portata massima (o di piena) e una minima (o di magra) e l’alveo viene di conseguenza chiamato alveo di piena (quando raggiunge la massima estensione ed è pieno d’acqua) o alveo di magra (quando solo una parte, anche piccola, contiene acqua).
In certi casi, quando le piogge sono abbondanti, l’acqua può anche uscire dall’alveo e dagli argini e allagare il terreno attorno; si ha allora un’inondazione, che, dove il terreno attorno al fiume è abitato o coltivato, può provocare danni molto gravi.


Fiume in piena
Fiume in magra



Fiume in piena
Fiume in magra
Inondazione
REGIME DI UN CORSO D’ACQUA

Osservando la portata d’acqua di un fiume mese per mese, se ne determina il regime.
Ci sono 2 tipi di regime:
- il regime fluviale (quando l’acqua è abbondante in ogni stagione)
- il regime torrentizio (quando c’è una notevole alternanza di piene e di magre).
Oggi si cerca di regolarizzare la portata di un fiume in ogni stagione, con la costruzione di dighe e bacini.


I LAGHI

I laghi esistenti in Italia sono essenzialmente di due tipi.
1- laghi vallivi
2- laghi vulcanici
Il lago vallivo ha una forma allungata e occupa il fondo di una valle, se c’è una depressione che può accogliere l’acqua. È un lago alimentato da un fiume immissario e cede la sua acqua ad un fiume emissario. Può essere di origine glaciale o di sbarramento (naturale o artificiale).
Il lago glaciale si forma in una valle che un tempo era occupata da un ghiacciaio; quando questo si è sciolto (con la fine dell’era delle glaciazioni), nella valle si è creata una grande conca che i fiumi circostanti hanno riempito d’acqua. Molto spesso davanti a questi laghi si trovano delle colline: infatti i ghiacciai, scavando il terreno, spingono davanti a sé delle morene, cioè delle colline di detriti.
Questi laghi sono tipici delle zone alpine e possono essere anche molto grandi e profondi: il Lago Maggiore, il Lago di Como e il Lago di Garda sono tutti laghi glaciali.
Il lago di sbarramento si forma in una valle che sia stata chiusa da una frana naturale o da una diga artificiale e che si è riempita con l’acqua portata da un fiume.


Nell’immagine qui sopra vedi i principali laghi dell’Italia settentrionale: sono tutti laghi glaciali, come puoi vedere anche dalla forma allungata, dovuta proprio all’azione di scavo fatta dai ghiacciai.






Un ramo del Lago di Como

I laghi vulcanici hanno una forma tondeggiante piuttosto regolare, con i bordi rialzati rispetto al territorio circostante. Possono essere di 2 tipi: di cratere e di caldera.
Il lago di cratere occupa la bocca di un vulcano. In genere non è molto vasto, ma può essere molto profondo.
Il lago di caldera occupa la parte di un vulcano che è sprofondata, perché dal vulcano non è più uscito magma, e che ha formato una conca, che si è riempita di acqua piovana. I laghi di caldera sono più ampi dei laghi di cratere; ma tutti e due i tipi di laghi vulcanici sono senza immissari, perché si trovano più in alto rispetto al territorio circostante e quindi nessun fiume può entrarvi. Di solito i laghi vulcanici hanno un piccolo emissario.

Esistono altri tipi di laghi, per esempio i laghi carsici e i laghi costieri, ma in Italia sono meno numerosi.

Il Lago di Garda: un lago glaciale. Si trova tra Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige
Il Lago di Bolsena: un lago di caldera.
Si trova in Lazio
Il Lago di Nemi: un lago di cratere.
Si trova in Lazio
Il Lago di Alleghe: un lago di sbarramento.
Si trova in Veneto
Il Lago di Varano: un lago costiero.
Si trova in Puglia
Il Lago di Doberdò: un lago carsico.
Si trova in Friuli-Venezia Giulia


IL CARSISMO

Il carsismo è una forma di erosione che si verifica nel calcare, un tipo di roccia che si scioglie facilmente. Il nome deriva dal Carso, l’area del Friuli Venezia Giulia dove questo fenomeno è molto diffuso.
Come si verifica? L’acqua piovana, scorrendo sulla roccia calcarea, ne provoca lo scioglimento e forma un po’ alla volta dei solchi, che con il tempo diventano sempre più profondi, si uniscono tra di loro e formano tutti una serie di passaggi (cunicoli) e di grotte.
Nell’immagine successiva puoi vedere com’è il territorio carsico nell’insieme.



Il carsismo si verifica in territori che sono costituiti da due strati di roccia diversa: lo strato superiore è di roccia calcarea, solubile nell’acqua, lo strato inferiore è di roccia impermeabile. Nello strato superiore si verifica il fenomeno del carsismo, che ha delle caratteristiche particolare sia in superficie, sia in profondità.
In superficie il territorio è brullo, cioè con scarsa vegetazione, perché l’acqua piovana scende sottoterra e gli alberi non hanno acqua a sufficienza per crescere.
La superficie, inoltre, è ricca di avvallamenti (cioè di conche, buche, infossamenti) dai nomi diversi a seconda della forma:
-         la dolina è una piccola depressione circolare a forma di imbuto, con un diametro che può arrivare a 1 chilometro
-         la polje (o conca di sprofondamento) è un avvallamento più grande (anche molti chilometri) che si forma per l’unione di più doline e ha un fondo pianeggiante
-         la gola (o canyon carsico) è una lunga valle dal fondo asciutto, scavata nella roccia e con pareti ripide
-         l’inghiottitoio è un foro che si trova a volte sul fondo delle doline, dove l’acqua superficiale sparisce sotto terra.
In profondità il territorio è ricco d’acqua e di cavità: le principali sono le grotte, un insieme di pozzi e gallerie collegate tra loro (i pozzi sono cavità verticali, le gallerie sono cavità orizzontali).
All’incrocio di più gallerie si possono trovare delle sale, ambienti più grandi che spesso sul fondo hanno dei piccoli laghi.
A volte le gallerie sono occupate da fiumi sotterranei, che scorrono per chilometri prima di uscire di nuovo in superficie.
Nelle cavità carsiche si formano delle concrezioni costruire goccia dopo goccia dal calcare disciolto nell’acqua; le concrezioni che pendono dal soffitto si chiamano stalattiti, quelle che si innalzano dal pavimento si chiamano stalagmiti. Quando una stalattite si unisce a una stalagmite si forma una colonna.
Dove finisce la zona carsica e il suolo diventa impermeabile, l’acqua esce all’aperto e bagna il terreno, favorendo così la crescita della vegetazione.

Roccia calcarea:
Scorrendo sulla roccia, l’acqua piovana ha creato quei solchi (chiamati karren), che col tempo diventano sempre più profondi e i cui bordi diventano taglienti
Dolina a imbuto:
Attorno a questa piccola conca non crescono alberi, perché l’acqua non rimane in superficie, ma scende nelle cavità sotterranee.
Sala sotterranea:
Questa sala si trova nelle Grotte di Frasassi (Marche), famose per la bellezza delle loro concrezioni; in questa foto puoi vedere stalattiti, stalagmiti e colonne


ESERCIZIO 1:
Scrivi il nome degli elementi numerati nel disegno:


1= ________________________ 2= ______________________ 3= _________________________
4= ________________________ 5= ______________________ 6= _________________________
7= ________________________ 8= ______________________ 9= _________________________

ESERCIZIO 2 (alternativo a 1):
Scrivi il numero corrispondente agli elementi rappresentati nel disegno:
sorgente = ________ foce = ________  = torrente _________ fiume = ___________
cascata = _______ lago = _______ emissario = ________ affluente = _______ meandro = _______

4 commenti:

  1. complimenti per lo sforzo ma devi evitare errori grossolani.
    - La portata non è l'acqua "la quantità di acqua che passa in un punto" è "l'acqua che attraversa la sezione" nell'unità di tempo.
    -Il lago vulcanico si origina dal collassamento della camera magmatica e ciò origina la caldera (depressione). Non vedo pertanto come possa essere rialzato rispetto alla pianura circostante e non avere immissari.
    -Sembra che siano i detriti ad originare il delta. Tutti i fiumi portano detriti ma non tutti hanno il delta.
    - La foce dell'Arno era a delta, creava problemi alla costa ed alla navigazione interna e quindi è stata modificata. Non si può definirla ad estuario, è una foce artificiale come quella del Reno , del Tevere ecc.

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