L’ALLEVAMENTO E IL SUO PAESAGGIO
L’allevamento è quell'attività con
cui si fanno crescere e riprodurre certi animali per ricavarne cibo, pelli e
pellicce, in cattività totale o parziale. Meno di frequente gli animali vengono
allevati per sfruttare da essi una forza lavoro, o per farne commercio (per
esempio con gli animali cosiddetti da compagnia, come cani, gatti, uccelli), o
ancora per praticare qualche attività sportiva o ricreativa (ad esempio i
cavalli per l’equitazione, o i tori per le tauromachie).
Romania: un cavallo utilizzato come forza da traino
Venditore di uccelli in gabbia a Parigi
È stato calcolato che nel mondo
vengano allevati circa 70 miliardi di animali ogni anno. In Europa gli animali
più allevati sono:
- il pollame
- i suini
- i bovini
- gli ovini
- gli equini.
Polli
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Tacchini
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Maiali
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Mucche
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Pecore
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Cavalli
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Come succede per l’agricoltura,
anche per l’allevamento esistono ancora forme di allevamento familiare,
praticate soprattutto nell’Europa dell’Est; una famiglia di agricoltori
possiede alcuni animali (una mucca, o un maiale, o degli animali da cortile,
cioè galline, tacchini, oche e così via) che alleva per uso personale.
Animali da cortile in una casa di contadini in Albania
Macellazione di un maiale allevato in casa in Ungheria
Ci sono poi delle forme di
allevamento (che possiamo chiamare “estensive” e che si basano sulla pastorizia),
che contano un discreto numero di animali, ma il cui utilizzo è limitato a un
territorio circoscritto; è il caso di quegli allevatori di bovini, o di pecore,
che utilizzano gli animali prevalentemente per il latte, che trasformano essi
stessi in formaggi: le malghe in cui si allevano bovini sulle Alpi, o quelle
per ovini sugli Appennini producono formaggi di qualità venduti soprattutto a
livello locale, o in qualche caso a livello nazionale.
Questo tipo di allevamento viene
praticato in forma nomade (gli animali vengono spostati continuamente alla
ricerca di zone ricche di pascoli) o seminomade (gli animali vivono in stalle
nel periodo invernale e vengono trasferiti a pascolare all’aperto in estate);
viene praticato in tutti gli Stati europei.
Pastorizia in Irlanda
Produzione di formaggio nelle Alpi svizzere
Anche se la pastorizia sta avendo
negli ultimi 30 anni una ripresa – dovuta al fatto che è più rispettosa
dell’ambiente e delle condizioni di vita degli animali – è l’allevamento
intensivo quello che dà da mangiare alla maggioranza degli europei, sempre più
urbanizzati. Come per l’agricoltura, così per l’allevamento la produzione
intensiva vuole ricavare dagli animali quanto più è possibile, in tempi rapidi
e con alti profitti; per ottenere questo c’è bisogno di un’elevata quantità di
energia (sotto forma di elettricità e di combustibili) e di acqua (per
abbeverare gli animali) e un ricorso massiccio a farmaci (necessari per
accelerare la crescita del bestiame, per curare le malattie, addirittura per
inibire i comportamenti violenti che gli animali possono avere quando sono
ridotti i cattività) e a prodotti chimici (dai fertilizzanti usati
nell’agricoltura per incrementare le produzioni di foraggio ai mangimi per il
bestiame). Ciò da una parte ha fatto aumentare negli ultimi 50 anni la
produzione di carne e di latte, riducendone anche il prezzo e permettendo così
una larga diffusione di questi prodotti, che fino alla Seconda guerra mondiale
erano consumati ancora solo dalle fasce benestanti della società; dall’altra ha
aggravato l’inquinamento e creato alcune patologie negli animali che hanno
preoccupato notevolmente anche in anni recenti: nel 1996 è scoppiato il caso
della cosiddetta “mucca pazza”, dovuto a una malattia dei bovini che poteva
trasmettersi all’uomo e che ha provocato l’abbattimento di milioni di mucche,
mentre nel 2003 si è creato il panico per l’influenza aviaria che ha colpito
150 milioni di volatili.
Allevamento intensivo
L’allevamento intensivo viene
praticato in 2 modi fondamentali: in stalle o in zone all’aperto. Se
l’allevamento brado (quello praticato all’aperto) conserva ancora qualche
traccia di naturalità, quello in stalle (il più praticato) viene
particolarmente criticato da ambientalisti e animalisti, preoccupati per la
salute degli animali e per le conseguenze sull’ambiente.
Allevamento brado in Normandia (Francia)
Vediamo come sono fatte le stalle
e quale paesaggio creano attorno a sé: limitiamoci per il momento a quelle
bovine.
Ve ne sono di due tipi: quelle
per mucche da latte e quelle per vitelloni da carne.
La stalla per mucche da latte è
un grande edificio con le vacche divise su più file, separate da corridoi
centrali dove viene distribuito il fieno. Le mucche trascorrono qui l’intera
vita, nella quasi totale immobilità se sono tenute legate ad una rastrelliera,
oppure libere di muoversi se la stalla è costruita appositamente per questo. Due
volte al giorno vengono portate in una sala per essere munte, o, a volte,
vengono munte direttamente in stalla (oggi anche con i cosiddetti “robot di
mungitura”). Dalla mungitura si ricavano circa due litri di latte, che vengono
poi portati in altre sedi o nelle industrie apposite per confezionarli in
bottiglie o per ricavarne formaggi, panna, burro, ricotta e altri derivati.
Ogni anno le mucche si riproducono, ma di solito non allattano direttamente il
vitello, che è alimentato artificialmente fino allo svezzamento.
Una stalla in Islanda
Mucche in coda per la mungitura in una stalla francese
La stalla per vitelloni è di
dimensioni minori: il vitello (cioè il bue nel primo anno di vita) viene qui
ingrassato fino a quando diventa vitellone, ossia raggiunge i 2 o 3 anni ed è
pronto per essere macellato e quindi per ottenerne la carne.
Allevamento di vitelli
Accanto alle stalle c’è a volte
un recinto all’aperto dove le bestie vengono condotte durante la bella
stagione; c’è poi una concimaia, dove si raccolgono le deiezioni prodotte ogni
giorno dagli animali.
Poiché una vacca da latte del
peso di circa due quintali mangia ogni giorno 30 chili di foraggio (a meno che
non venga nutrita con mangimi), è proprio nella campagna che circonda le stalle
che di solito si pratica la coltura dei foraggi. Ecco allora che nel paesaggio
rurale legato all’allevamento, oltre alle stalle, ai recinti e alle concimaie,
troviamo gli edifici in cui vengono conservati i prodotti vegetali destinati
all’alimentazione del bestiame. Ce ne sono di 3 tipi:
- il fienile, che può essere una
semplice tettoia o un edificio in muratura: contiene le balle di fieno, cioè
l’erba secca o con pochissima umidità, e deve avere una buona aerazione e
protezione dalle intemperie:
- il silo orizzontale, che è una
vasca aperta delimitata da tre sponde di cemento e contiene i cereali raccolti
ancora verdi e il foraggio coperto con teloni per proteggerlo dalla pioggia;
- il silo verticale, che è un
cilindro di lamiera, usato per conservare gli alimenti concentrati (si chiamano
pastoni) o i cereali in granella.
Silos in Francia
Non molto diversa è la situazione
delle stalle per altri animali da allevamento.
Per i suini la stalla si chiama
porcilaia ed è spesso un prefabbricato piuttosto ampio, che deve avere delle
particolari caratteristiche di ventilazione e un microclima regolato. Spesso
nei campi attorno alle porcilaie si coltivano mais e soia, che vengono
utilizzati per l’alimentazione dei maiali; gli animali hanno una durata di vita
diversa a seconda che vengano allevati per ottenerne carne fresca (in questo
caso il maiale viene macellato quando pesa al massimo 100-110 chili) oppure
salumi (l’animale viene macellato quando pesa tra i 150 e i 180 chili).
Allevamento di maiali in provincia di Modena (Italia)
Per gli ovini si chiama
comunemente ovile, ha caratteristiche simili alle stalle bovine, ma prevede
quasi sempre un recinto all’aperto.
Per il pollame ci sono condizioni
particolari: gli animali vengono allevati in stie, cioè in piccole gabbie
metalliche, spesso anche sovrapposte le une alle altre, con mangiatoie e
abbeveratoi automatici. Lo spazio concesso al singolo animale è minimo: anche
se le leggi europee hanno stabilito dei parametri precisi per l’allevamento del
pollame, ci sono ancora situazioni che scuotono la sensibilità di molte
persone, considerando che a volte in un metro quadro vivono anche 20 animali!
Inoltre, per far aumentare la produzione di uova, in molte stalle viene
lasciata accesa la luce elettrica giorno e notte, cosicché gli animali non
godono di alcun momento di buio. Comunque, ci sono anche allevamenti di polli, in cui gli animali hanno la possibilità di muoversi e di razzolare la terra.
Allevamento di polli in Austria
Per i conigli si usano gabbie
metalliche simili a quelle dei polli, quindi anch’esse con poco spazio per gli
animali (durante la fase d’ingrasso 12-15 animali vengono stipati nello spazio
di un m², cosicché i conigli possono solo girarsi su sé stessi e a malapena
alzarsi sulle zampe posteriori); il 70% della produzione di conigli nel mondo è
europea.
Allevamento di conigli in Francia
Ricordiamo altri animali che
vengono allevati per utilizzi particolari in Europa:
- il bufalo mediterraneo italiano,
allevato praticamente in tutta Italia per il latte da cui si ottiene la
mozzarella di bufala e altri prodotti;
Bufali italiani
- il bisonte europeo, che, dopo
la sua scomparsa in natura, è stato reintrodotto in cattività in alcuni Paesi europei,
dove viene allevato solo per impedirne l’estinzione; la mandria più numerosa
vive nella Foresta di Białowieża, tra Polonia e Bielorussia;
Bisonte europeo nella Foresta di Białowieża
- le oche e le anatre allevate in
Francia, per ottenerne il “foie gras” dietro ingozzamento, cioè la
somministrazione forzata di cibo mediante un tubo inserito in bocca, in gola e
giù fino allo stomaco degli animali;
Ingozzamento delle oche in Francia
- il toro, allevato in Spagna,
nel sud della Francia e in parte anche nel Portogallo, per le corride o altri
spettacoli, come la corsa camarghese praticata nella Camargue (regione della
Francia meridionale) dove l’animale non è un vero e proprio toro bensì un bue
castrato;
Un toro durante una corrida in Spagna
- la renna, che è un animale
semi-addomesticato, allevato in Scandinavia come animale da tiro o per la
carne, il cuoio, i palchi e il latte;
Donne Lapponi con un branco di renne
- l’agnello, cioè il piccolo
della pecora, allevato in Italia perché costituisce il piatto tipico delle
festività pasquali;
Manifesto contro l’usanza dell’agnello pasquale
- il mulo, allevato nei Paesi
mediterranei come animale da soma e da trasporto, utilizzato abbondantemente
dagli alpini durante la Prima guerra mondiale;
Un alpino con il suo mulo durante la Grande Guerra
- l’asino dei Pirenei, allevato
soprattutto nella Francia meridionale come animale da tiro o per il latte, da
cui si ottengono alcuni prodotti cosmetici;
Asini dei Pirenei
- l’ape, allevata un po’ ovunque
in Europa per il miele (il maggiore produttore di miele in Europa è
l’Ungheria);
Un apicoltore nel Regno Unito
- il baco da seta, introdotto in
Italia dai saraceni nel IX secolo, ebbe una notevole diffusione in Sicilia, ma
la maggiore produzione di seta si ebbe nel XVIII secolo nell’Italia
settentrionale; oggi l’allevamento del baco da seta è pressoché scomparso a
causa della concorrenza cinese;
Allevamento di bachi da seta in Veneto nel 1930
- lo struzzo è stato introdotto
in Italia nel XIX secolo: oggi alcune aziende allevano questo animale in vari
Paesi europei.
Allevamento di struzzi in Ucraina
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