L’AGRICOLTURA
L’agricoltura si pratica
utilizzando il suolo per coltivarlo e farvi crescere quei vegetali che servono
soprattutto all’alimentazione (umana o animale), ma anche ad altre necessità (per
esempio la cosmetica).
Campagna francese
È un’attività fondamentale,
praticata dall’uomo da circa 10.000 anni, cioè da quando è iniziato l’ultimo
periodo della preistoria, il Neolitico; con l’agricoltura l’uomo ha cominciato
a trasformare profondamente il territorio e di questo si parlerà più avanti in
questa stessa lezione.
In Europa il terreno viene
coltivato per produrre 5 tipi di vegetali fondamentali:
- i cereali
- la frutta
- gli ortaggi
- le colture industriali
- i foraggi.
I cereali sono piante alimentari,
appartenenti alla famiglia delle graminacee, che forniscono frutti (in forma di
chicchi) ricchi di amidi e proteine; essi devono essere seminati ogni anno, su
un terreno che viene arato, sminuzzato e fertilizzato.
I cereali più importanti sono
quattro:
1- il frumento (o grano), da cui
si ricavano farine con cui fare pane, pasta, dolci; del frumento si utilizzano
anche la paglia per le stalle degli animali e la crusca come foraggio per gli
animali;
2- il riso, i cui chicchi si
consumano interi sottoforma di pietanze diverse;
3- l’orzo, da cui si ottiene il
malto, usato prevalentemente per fare la birra, o farine con cui fare pane e
caffè d’orzo;
4- il mais, usato soprattutto per
l’alimentazione del bestiame e solo in parte per quella umana (sottoforma di
polenta, di pannocchie lessate, di popcorn, di olio).
Coltivazione di frumento in
Ucraina
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Risaia in Italia
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Campo di orzo in Germania
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Coltivazione del mais in
Ungheria
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La frutta è prodotta
prevalentemente da alberi permanenti, cioè che vivono per un periodo di anni
più o meno lungo; alcuni frutti nascono su steli simili a erbe (la fragola), o
su cespugli (le more, i mirtilli).
Esistono tanti tipi di alberi da
frutta, ma i principali nell’agricoltura europea sono:
- le pomacee, che danno frutti
dalla polpa consistente, come le mele e le pere
- le rosacee, alla cui famiglia
appartengono le pesche, le albicocche, le ciliegie, le susine, le prugne,
frutti dalla polpa tenera
- gli agrumi (arancio, limone,
pompelmo, mandarino)
- la vite, che produce l’uva
- l’olivo, che produce le olive
- le diverse piante che producono
frutti che si consumano secchi: le noci, le mandorle, le nocciole, i pistacchi,
i pinoli.
La frutta viene consumata
dall’uomo in vari modi: fresca, conservata, come marmellata, come bevanda
(succhi di frutta e bibite gassate – nelle quali, però, la percentuale di
frutta presente è molto ridotta), nei dolci. L’uva e l’oliva sono due frutti
particolari e molto pregiati, perché da essi si producono vino e olio.
Meli in Germania
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Albicocchi in Francia
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Fichi in Grecia
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Agrumeto in Sicilia (Italia)
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Terrazzamenti coltivati a
vigneti in Portogallo
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Olivi in Crimea (Ucraina)
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Mandorli in fiore in Andalusia (Spagna)
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Gli ortaggi comprendono piante
molto diverse tra loro: i loro frutti possono crescere sottoterra (patate,
carote, cipolle, barbabietole, eccetera), o sui rami di cespugli di piccole dimensioni
(pomodori, melanzane, zucchine, peperoni, fagioli, piselli, eccetera), oppure
si tratta di verdure che possiamo in qualche modo considerare delle vere e
proprie erbe (vari tipi di insalata e radicchio, spinaci, bietola, cavolfiore,
eccetera).
In molti Paesi europei resiste la
consuetudine (in declino, in verità, data la vasta urbanizzazione) di coltivare
gli ortaggi in casa (nell’orto) per un uso famigliare o molto ristretto, mentre
quelli che vengono acquistati nei supermercati vengono di solito coltivati in
serre, sia perché in questo modo si proteggono dalle intemperie e si possono
coltivare in ogni stagione, sia perché le piante che li producono sono
generalmente di modeste dimensioni.
In Europa ci sono zone in qualche
modo specializzate nella produzione di certi ortaggi: si pensi ai cavolini di
Bruxelles o ai crauti tipici dell’Europa settentrionale, oppure ai pomodori o
ai capperi che crescono nell’Europa mediterranea. Inoltre ci sono prodotti che
vengono definiti a Indicazione Geografica Protetta (IGP) o anche a
Denominazione di Origine Protetta (DOP), due marchi riconosciuti dall’Unione
Europa per salvaguardare alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative
dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui vengono prodotti;
ad esempio, per limitarci all’Italia, il radicchio di Treviso o la cipolla di
Tropea, l’asparago di Bassano del Grappa o il basilico genovese, la lenticchia
di Castelluccio di Norcia o il pomodoro di Pachino.
La varietà e la specializzazione
di un certo prodotto in una data regione dipendono da un fattore essenziale
nella pratica agricola: le condizioni climatiche.
Affine alla coltivazione degli
ortaggi si può considerare la floricoltura, praticata sia all’aperto sia in
serra.
Mercato di ortaggi locali in
Svezia; nei Paesi del Nord Europa molti frutti e legumi venduti nei negozi
sono di importazione
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Un orto
familiare italiano
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Coltivazione di pomodori in una
serra russa
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Coltivazione del radicchio di
Treviso (Italia)
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Campi di tulipani in Olanda
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Le colture industriali si
chiamano così, perché il raccolto viene venduto direttamente all’industria di
trasformazione (come accade per i cereali). Sono piante che forniscono prodotti
fondamentali e/o di largo consumo, quali lo zucchero (ricavato dalla
barbabietola da zucchero), oli diversi da quelli d’oliva (il girasole, la soia,
la colza), fibre tessili (il lino, il cotone e la canapa) e sigarette (il
tabacco). Le colture industriali vengono spesso coltivate in rotazione con i
cereali.
Campo di barbabietola da
zucchero in Svezia
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Coltivazione del girasole in
Ucraina
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La raccolta della soia in
Irlanda
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Campo di cotone in Grecia, il
maggior produttore europeo di questa pianta
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Tabacco coltivato in Bulgaria
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I foraggi sono erbe usate per l’alimentazione
e la cura del bestiame; queste erbe vengono periodicamente tagliate e fatte
seccare per ottenere il fieno, che viene conservato nei fienili, o la paglia,
che si usa per accudire gli animali nelle stalle.
I foraggi vengono coltivati in
prati, che possono essere permanenti, oppure si possono avvicendare con la
coltivazione dei cereali: in questo modo il terreno acquista nuova fertilità.
In alternativa ai prati ci sono i
pascoli, cioè dei terreni erbosi (presenti soprattutto in montagna nella
stagione estiva e nell’Europa centrale in tutte le stagioni) dove vengono
portati gli animali a pascolare, in modo che si alimentino direttamente
brucando l’erba.
Fienagione in Svizzera
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Pascoli alpini in Austria
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IL PAESAGGIO RURALE
La pratica dell’agricoltura –
come già detto – risale al Neolitico ed ha ampiamente modificato il paesaggio
europeo. Ciò è avvenuto in vari modi:
-
eliminando la vegetazione spontanea, costituita
prevalentemente da foreste di latifoglie (di cui a volte rimangono filari di
alberi a delimitare una proprietà dall’altra);
-
cambiando la forma stessa del terreno, in particolare
mediante la costruzione di terrazzamenti (una specie di gradoni sostenuti con
dei muretti in pietra) nelle zone in forte pendenza;
-
scavando canali o deviando fiumi e ruscelli per portare
l’acqua nei campi, o, al contrario, per farla defluire dove ce ne fosse troppa
(bonificando così le zone paludose);
-
usando concimi organici (il letame) o chimici (prodotti
industrialmente), che da una parte hanno reso i campi più fertili, dall’altra
hanno provocato forme di inquinamento anche gravi.
Terrazzamenti in Grecia
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Un trattore sparge sostanze
chimiche su un terreno agricolo
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Tutte queste modifiche hanno
creato il cosiddetto paesaggio rurale (o agricolo), che, nonostante il grande
sviluppo dei centri urbani avvenuto in Europa negli ultimi due secoli, domina
ancora vaste regioni del nostro continente.
Il paesaggio rurale, comunque,
non è omogeneo, ma se ne distinguono due tipi fondamentali: quello a insediamenti
sparsi (con case isolate circondate dai campi) e quello a insediamenti
concentrati (con le case raggruppate a formare paesi e cittadine, dove
risiedono le persone che lavorano nella campagna circostante).
Campagna a insediamento sparso in Finlandia
Nel caso degli insediamenti
concentrati in Europa si riscontrano alcune diversità:
- nelle pianure settentrionali si
trovano facilmente villaggi allungati lungo i bordi di una strada che
attraversa il paese da una parte all’altra;
- oppure, come in Francia,
Germania e Danimarca, i villaggi hanno una forma circolare, sviluppatasi
intorno ad una piazza dove si trovano gli edifici principali (la chiesa, il
municipio, la scuola e, nel Medioevo, il pozzo da cui tutti attingevano l’acqua
per uso quotidiano);
- nelle pianure dell’Europa
centrale e meridionale i villaggi hanno spesso una forma irregolare;
- nelle zone costiere
mediterranee molti paesi sono arroccati sui rilievi, perché in passato gli
abitanti dovevano difendersi dagli attacchi pirateschi o dalla malaria che era
diffusa nelle zone basse e spesso paludose.
Villaggio “allungato” in
Lituania
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Il villaggio circolare di Murviel-lès-Béziers
in Francia
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Il villaggio irregolare di Gračišće
(Croazia)
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Bonifacio, cittadina arroccata
sul mare in Corsica (Francia)
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Un altro elemento caratterizzante
del paesaggio rurale è conseguenza del tipo di agricoltura che vi viene
praticato: agricoltura intensiva o agricoltura estensiva.
L’agricoltura intensiva è quella
che sfrutta il terreno al massimo, per ricavarne quanto più è possibile; per
questo è un’agricoltura che fa largo uso di macchinari e di sostanze chimiche,
che spesso vengono irrorate sul terreno anche mediante aeroplani ed elicotteri,
che permettono di operare molto più rapidamente, ma aggravano i problemi di
inquinamento. La forte meccanizzazione ha fatto diminuire notevolmente la
manodopera agricola: pochi contadini possono coltivare con le macchine ettari
ed ettari di campi.
Dove si pratica questo tipo di
agricoltura vengono coltivate più varietà di prodotti, cioè si pratica la
policoltura, il che diversifica anche il paesaggio per forme e colori. I prodotti
coltivati, comunque, sono decisi in base al suolo, al clima e anche alle
richieste del mercato: se la domanda di un prodotto tende a diminuire, esso non
viene più coltivato e lo si sostituisce con altri prodotti per i quali la
domanda è in crescita e che perciò offrono migliori possibilità di guadagno.
L’agricoltura intensiva richiede
spese notevoli per migliorare e aumentare la produzione: sistemi d’irrigazione,
serre, dispositivi antigrandine e così via. Spesso ogni tipo di coltivazione
necessita di tecniche ed attrezzature particolari ed è per questo che in certi
casi la policoltura viene sostituita dalla monocoltura (coltivazione di un solo
prodotto): in questo modo le attrezzature necessarie sono minori. La monocoltura,
però, non solo crea un paesaggio uniforme e monotono: ha anche il difetto di
essere rischiosa, poiché il diffondersi di una malattia che aggredisce all’improvviso
un certo prodotto, oppure il calo repentino della domanda di quel prodotto,
provoca gravi perdite all’azienda agricola.
L’agricoltura estensiva (meno
praticata in Europa, ma non in altri continenti) è tipica delle piccole
proprietà e delle zone meno fertili, come quelle di montagna. Usa in minor
numero mezzi meccanici e prodotti chimici e spesso ciò che produce è destinato
al mercato locale o addirittura all’autoconsumo, cioè ciò che viene prodotto è
mangiato dalla famiglia di contadini che ha lavorato il proprio terreno.
Va ricordato, infine, che anche
alcune coltivazioni particolari fanno un uso limitato di macchinari: è il caso,
ad esempio, della vite, che richiede un lavoro in gran parte fatto a mano, ma
che offre un alto reddito, poiché dà un prodotto (il vino) molto richiesto.
Campagna austriaca: la varietà
di colori segnala che vi viene praticata la policoltura
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Un aeroplano sparge sostanze
chimiche sui campi: siamo in presenza sicuramente di un’agricoltura intensiva
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Paesaggio tutto uguale, perché vi
viene praticata una monocultura: quella degli olivi (Andalusia, Spagna)
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Fienagione in Romania: la
tecnica usata rivela che siamo in presenza di un’agricoltura estensiva a
conduzione familiare
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Vendemmia in Provenza
(Francia): la raccolta dell’uva è un lavoro agricolo che si pratica a mano e
con una certa fatica
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Alcuni dati statistici:
1- Principali Paesi europei
produttori di frumento (dati in milioni di tonnellate – 2009):
Russia
|
61,7
|
Francia
|
38,3
|
Germania
|
25,2
|
Ucraina
|
20,9
|
Regno Unito
|
14,4
|
Polonia
|
9,8
|
Italia
|
6,3
|
Danimarca
|
6,0
|
Romania
|
5,2
|
Spagna
|
4,8
|
2- Principali Paesi europei
produttori di orzo (dati in migliaia di tonnellate – 2010):
Russia
|
15,7
|
Germania
|
11,7
|
Francia
|
10,3
|
Ucraina
|
9,0
|
Regno Unito
|
5,5
|
Spagna
|
4,4
|
Danimarca
|
3,7
|
Polonia
|
3,4
|
Repubblica Ceca
|
2,2
|
3- Principali Paesi europei produttori
di mele (dati in milioni di tonnellate – 2012):
Polonia
|
2,9
|
Italia
|
1,93
|
Francia
|
1,16
|
Germania
|
0,97
|
Ungheria
|
0,74
|
Spagna
|
0,38
|
Romania
|
0,35
|
Olanda
|
0,28
|
Portogallo
|
0,24
|
Belgio
|
0,22
|
Regno Unito
|
0,21
|
4- Principali Paesi europei
produttori di vino (dati in milioni di ettolitri – 2012):
Italia
|
43,8
|
Francia
|
41,1
|
Spagna
|
31,1
|
Germania
|
9,0
|
Portogallo
|
6,3
|
Romania
|
3,3
|
5- Principali Paesi europei produttori di
olio di oliva (dati in percentuale sulla produzione mondiale del 2010):
Spagna
|
45,5%
|
Italia
|
16,8%
|
Grecia
|
10,8%
|
Portogallo
|
2,0%
|
ESERCIZIO:
Conosci dove sono stati prodotti
gli alimenti che consumi abitualmente? Verificalo completando la seguente
tabella: chiedi aiuto ai genitori e controlla ciò che è indicato nella
confezione del cibo che hai acquistato:
CIBO
|
PRODUZIONE
|
CIBO
|
PRODUZIONE
|
Latte
|
Pasta
|
||
Riso
|
Caffè
|
||
Merendina
|
Acqua
|
||
Mela
|
Succo di frutta
|
||
Pera
|
Bibita
|
||
Pesca
|
Carne
|
||
Banana
|
Formaggio
|
||
Arancia
|
Pesce
|
||
Pomodoro
|
Insalata
|
||
Zucchina
|
Yogurt
|
||
Peperone
|
Gelato
|
||
Carota
|
Dolce
|
||
Zucchero
|
Sale
|
||
Cornflakes
|
Aceto
|
||
Altro a piacere
|
|||
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