Approfondimenti

domenica 31 agosto 2014

21 L'allevamento e il suo paesaggio



L’ALLEVAMENTO E IL SUO PAESAGGIO

L’allevamento è quell'attività con cui si fanno crescere e riprodurre certi animali per ricavarne cibo, pelli e pellicce, in cattività totale o parziale. Meno di frequente gli animali vengono allevati per sfruttare da essi una forza lavoro, o per farne commercio (per esempio con gli animali cosiddetti da compagnia, come cani, gatti, uccelli), o ancora per praticare qualche attività sportiva o ricreativa (ad esempio i cavalli per l’equitazione, o i tori per le tauromachie).

Romania: un cavallo utilizzato come forza da traino

Venditore di uccelli in gabbia a Parigi

È stato calcolato che nel mondo vengano allevati circa 70 miliardi di animali ogni anno. In Europa gli animali più allevati sono:
- il pollame
- i suini
- i bovini
- gli ovini
- gli equini.

Polli
Tacchini
Maiali
Mucche
Pecore
Cavalli

Come succede per l’agricoltura, anche per l’allevamento esistono ancora forme di allevamento familiare, praticate soprattutto nell’Europa dell’Est; una famiglia di agricoltori possiede alcuni animali (una mucca, o un maiale, o degli animali da cortile, cioè galline, tacchini, oche e così via) che alleva per uso personale.

Animali da cortile in una casa di contadini in Albania



Macellazione di un maiale allevato in casa in Ungheria

Ci sono poi delle forme di allevamento (che possiamo chiamare “estensive” e che si basano sulla pastorizia), che contano un discreto numero di animali, ma il cui utilizzo è limitato a un territorio circoscritto; è il caso di quegli allevatori di bovini, o di pecore, che utilizzano gli animali prevalentemente per il latte, che trasformano essi stessi in formaggi: le malghe in cui si allevano bovini sulle Alpi, o quelle per ovini sugli Appennini producono formaggi di qualità venduti soprattutto a livello locale, o in qualche caso a livello nazionale.
Questo tipo di allevamento viene praticato in forma nomade (gli animali vengono spostati continuamente alla ricerca di zone ricche di pascoli) o seminomade (gli animali vivono in stalle nel periodo invernale e vengono trasferiti a pascolare all’aperto in estate); viene praticato in tutti gli Stati europei.

Pastorizia in Irlanda


Produzione di formaggio nelle Alpi svizzere

Anche se la pastorizia sta avendo negli ultimi 30 anni una ripresa – dovuta al fatto che è più rispettosa dell’ambiente e delle condizioni di vita degli animali – è l’allevamento intensivo quello che dà da mangiare alla maggioranza degli europei, sempre più urbanizzati. Come per l’agricoltura, così per l’allevamento la produzione intensiva vuole ricavare dagli animali quanto più è possibile, in tempi rapidi e con alti profitti; per ottenere questo c’è bisogno di un’elevata quantità di energia (sotto forma di elettricità e di combustibili) e di acqua (per abbeverare gli animali) e un ricorso massiccio a farmaci (necessari per accelerare la crescita del bestiame, per curare le malattie, addirittura per inibire i comportamenti violenti che gli animali possono avere quando sono ridotti i cattività) e a prodotti chimici (dai fertilizzanti usati nell’agricoltura per incrementare le produzioni di foraggio ai mangimi per il bestiame). Ciò da una parte ha fatto aumentare negli ultimi 50 anni la produzione di carne e di latte, riducendone anche il prezzo e permettendo così una larga diffusione di questi prodotti, che fino alla Seconda guerra mondiale erano consumati ancora solo dalle fasce benestanti della società; dall’altra ha aggravato l’inquinamento e creato alcune patologie negli animali che hanno preoccupato notevolmente anche in anni recenti: nel 1996 è scoppiato il caso della cosiddetta “mucca pazza”, dovuto a una malattia dei bovini che poteva trasmettersi all’uomo e che ha provocato l’abbattimento di milioni di mucche, mentre nel 2003 si è creato il panico per l’influenza aviaria che ha colpito 150 milioni di volatili.

Allevamento intensivo

L’allevamento intensivo viene praticato in 2 modi fondamentali: in stalle o in zone all’aperto. Se l’allevamento brado (quello praticato all’aperto) conserva ancora qualche traccia di naturalità, quello in stalle (il più praticato) viene particolarmente criticato da ambientalisti e animalisti, preoccupati per la salute degli animali e per le conseguenze sull’ambiente.

Allevamento brado in Normandia (Francia)

Vediamo come sono fatte le stalle e quale paesaggio creano attorno a sé: limitiamoci per il momento a quelle bovine.
Ve ne sono di due tipi: quelle per mucche da latte e quelle per vitelloni da carne.
La stalla per mucche da latte è un grande edificio con le vacche divise su più file, separate da corridoi centrali dove viene distribuito il fieno. Le mucche trascorrono qui l’intera vita, nella quasi totale immobilità se sono tenute legate ad una rastrelliera, oppure libere di muoversi se la stalla è costruita appositamente per questo. Due volte al giorno vengono portate in una sala per essere munte, o, a volte, vengono munte direttamente in stalla (oggi anche con i cosiddetti “robot di mungitura”). Dalla mungitura si ricavano circa due litri di latte, che vengono poi portati in altre sedi o nelle industrie apposite per confezionarli in bottiglie o per ricavarne formaggi, panna, burro, ricotta e altri derivati. Ogni anno le mucche si riproducono, ma di solito non allattano direttamente il vitello, che è alimentato artificialmente fino allo svezzamento.

Una stalla in Islanda

Mucche in coda per la mungitura in una stalla francese

La stalla per vitelloni è di dimensioni minori: il vitello (cioè il bue nel primo anno di vita) viene qui ingrassato fino a quando diventa vitellone, ossia raggiunge i 2 o 3 anni ed è pronto per essere macellato e quindi per ottenerne la carne.

Allevamento di vitelli

Accanto alle stalle c’è a volte un recinto all’aperto dove le bestie vengono condotte durante la bella stagione; c’è poi una concimaia, dove si raccolgono le deiezioni prodotte ogni giorno dagli animali.
Poiché una vacca da latte del peso di circa due quintali mangia ogni giorno 30 chili di foraggio (a meno che non venga nutrita con mangimi), è proprio nella campagna che circonda le stalle che di solito si pratica la coltura dei foraggi. Ecco allora che nel paesaggio rurale legato all’allevamento, oltre alle stalle, ai recinti e alle concimaie, troviamo gli edifici in cui vengono conservati i prodotti vegetali destinati all’alimentazione del bestiame. Ce ne sono di 3 tipi:
- il fienile, che può essere una semplice tettoia o un edificio in muratura: contiene le balle di fieno, cioè l’erba secca o con pochissima umidità, e deve avere una buona aerazione e protezione dalle intemperie:
- il silo orizzontale, che è una vasca aperta delimitata da tre sponde di cemento e contiene i cereali raccolti ancora verdi e il foraggio coperto con teloni per proteggerlo dalla pioggia;
- il silo verticale, che è un cilindro di lamiera, usato per conservare gli alimenti concentrati (si chiamano pastoni) o i cereali in granella.

Silos in Francia

Non molto diversa è la situazione delle stalle per altri animali da allevamento.
Per i suini la stalla si chiama porcilaia ed è spesso un prefabbricato piuttosto ampio, che deve avere delle particolari caratteristiche di ventilazione e un microclima regolato. Spesso nei campi attorno alle porcilaie si coltivano mais e soia, che vengono utilizzati per l’alimentazione dei maiali; gli animali hanno una durata di vita diversa a seconda che vengano allevati per ottenerne carne fresca (in questo caso il maiale viene macellato quando pesa al massimo 100-110 chili) oppure salumi (l’animale viene macellato quando pesa tra i 150 e i 180 chili).

Allevamento di maiali in provincia di Modena (Italia)

Per gli ovini si chiama comunemente ovile, ha caratteristiche simili alle stalle bovine, ma prevede quasi sempre un recinto all’aperto.
Per il pollame ci sono condizioni particolari: gli animali vengono allevati in stie, cioè in piccole gabbie metalliche, spesso anche sovrapposte le une alle altre, con mangiatoie e abbeveratoi automatici. Lo spazio concesso al singolo animale è minimo: anche se le leggi europee hanno stabilito dei parametri precisi per l’allevamento del pollame, ci sono ancora situazioni che scuotono la sensibilità di molte persone, considerando che a volte in un metro quadro vivono anche 20 animali! Inoltre, per far aumentare la produzione di uova, in molte stalle viene lasciata accesa la luce elettrica giorno e notte, cosicché gli animali non godono di alcun momento di buio. Comunque, ci sono anche allevamenti di polli, in cui gli animali hanno la possibilità di muoversi e di razzolare la terra.

Allevamento di polli in Austria

Per i conigli si usano gabbie metalliche simili a quelle dei polli, quindi anch’esse con poco spazio per gli animali (durante la fase d’ingrasso 12-15 animali vengono stipati nello spazio di un m², cosicché i conigli possono solo girarsi su sé stessi e a malapena alzarsi sulle zampe posteriori); il 70% della produzione di conigli nel mondo è europea.

Allevamento di conigli in Francia

Ricordiamo altri animali che vengono allevati per utilizzi particolari in Europa:
- il bufalo mediterraneo italiano, allevato praticamente in tutta Italia per il latte da cui si ottiene la mozzarella di bufala e altri prodotti;

Bufali italiani

- il bisonte europeo, che, dopo la sua scomparsa in natura, è stato reintrodotto in cattività in alcuni Paesi europei, dove viene allevato solo per impedirne l’estinzione; la mandria più numerosa vive nella Foresta di Białowieża, tra Polonia e Bielorussia;

Bisonte europeo nella Foresta di Białowieża

- le oche e le anatre allevate in Francia, per ottenerne il “foie gras” dietro ingozzamento, cioè la somministrazione forzata di cibo mediante un tubo inserito in bocca, in gola e giù fino allo stomaco degli animali;

Ingozzamento delle oche in Francia

- il toro, allevato in Spagna, nel sud della Francia e in parte anche nel Portogallo, per le corride o altri spettacoli, come la corsa camarghese praticata nella Camargue (regione della Francia meridionale) dove l’animale non è un vero e proprio toro bensì un bue castrato;

Un toro durante una corrida in Spagna

- la renna, che è un animale semi-addomesticato, allevato in Scandinavia come animale da tiro o per la carne, il cuoio, i palchi e il latte;

Donne Lapponi con un branco di renne

- l’agnello, cioè il piccolo della pecora, allevato in Italia perché costituisce il piatto tipico delle festività pasquali;

Manifesto contro l’usanza dell’agnello pasquale

- il mulo, allevato nei Paesi mediterranei come animale da soma e da trasporto, utilizzato abbondantemente dagli alpini durante la Prima guerra mondiale;

Un alpino con il suo mulo durante la Grande Guerra

- l’asino dei Pirenei, allevato soprattutto nella Francia meridionale come animale da tiro o per il latte, da cui si ottengono alcuni prodotti cosmetici;

Asini dei Pirenei

- l’ape, allevata un po’ ovunque in Europa per il miele (il maggiore produttore di miele in Europa è l’Ungheria);

Un apicoltore nel Regno Unito

- il baco da seta, introdotto in Italia dai saraceni nel IX secolo, ebbe una notevole diffusione in Sicilia, ma la maggiore produzione di seta si ebbe nel XVIII secolo nell’Italia settentrionale; oggi l’allevamento del baco da seta è pressoché scomparso a causa della concorrenza cinese;

Allevamento di bachi da seta in Veneto nel 1930

- lo struzzo è stato introdotto in Italia nel XIX secolo: oggi alcune aziende allevano questo animale in vari Paesi europei.

Allevamento di struzzi in Ucraina

Nessun commento:

Posta un commento