LE SAVANE
Tra i 10° ed i 25° di latitudine,
sia nell’emisfero settentrionale sia in quello meridionale, si estende una
fascia caratterizzata da alte temperature (tra i 20° e i 30°) e da
precipitazioni anche abbondanti (fino a 1.800 mm annui), ma concentrate in una
stagione. La stagione delle piogge dura fino a sette-otto mesi nelle regioni
più vicine all’equatore, dove si possono talvolta avere anche due stagioni
delle piogge, mentre nelle regioni vicine ai tropici, ai margini del deserto,
dura solo due-tre mesi.
Stagione delle piogge nella savana del Kenya
In queste condizioni si sviluppa
un ambiente chiamato savana: presente soprattutto in Africa, tra le aree
desertiche o semidesertiche e quelle coperte dalla foresta equatoriale, la
savana si trova anche in America meridionale (ad esempio nel Mato Grosso, in
Brasile), in Asia (India e Indocina) e in Australia.
Savana australiana
La vegetazione della savana è di
tipo erbaceo ed è costituita soprattutto da graminacee. A seconda dell’umidità
sono più o meno numerosi gli alberi: nelle regioni più umide si ha una savana
alberata (o savana guineana), con alberi che raggiungono anche i 10-15 metri e
piante erbacee che superano i tre metri alla fine della stagione delle piogge;
nelle regioni dove le precipitazioni sono meno abbondanti abbiamo un minor
numero di alberi (savana sudanese e soprattutto savana saheliana) e la savana
lascia gradualmente il posto alla steppa e poi al deserto.
La savana, in particolare quella
alberata, è soggetta facilmente ad incendi, che scoppiano nella stagione in cui
non piove, quando vi è una grande quantità di erbe, arbusti ed alberi secchi.
Molti alberi però sono in grado di resistere agli incendi non particolarmente
violenti, perché hanno una corteccia spessa, che li isola dal fuoco.
La fauna è costituita in
prevalenza da mammiferi di grossa taglia: in Africa vivono erbivori come
elefanti, rinoceronti, bufali, antilopi, giraffe, gnu, zebre, e carnivori come
leoni, leopardi, ghepardi, iene, licaoni e sciacalli. Gli gnu e le zebre
possono formare grandi branchi che nella stagione secca migrano verso regioni
più ricche d’acqua. Accanto ai mammiferi sono numerosi gli uccelli, tra cui lo
struzzo, il marabù, le faraone, la gru coronata grigia, alcuni tipi di otarde,
e i rettili, spesso velenosi, come il mamba nero, il più veloce tra i serpenti
al mondo. Dove si trovano paludi o corsi d’acqua sono presenti ippopotami e
coccodrilli. Numerosi anche gli insetti, come varie specie di formiche (per
esempio le formiche Dorylus) e le cavallette.
Antilopi in Uganda
Una iena in Kenya
Nelle savane degli altri
continenti vive una fauna simile, mentre in Australia troviamo animali
differenti, quali il canguro e il wallaby (affine al canguro), il dingo, un
piccolo carnivoro simile al lupo, e l’emù, un grande uccello corridore.
Un canguro
La savana è densamente abitata,
soprattutto in alcune regioni, quali il Sudan e il Sahel, a sud del Sahara. In
questo ambiente sono praticati l’agricoltura e soprattutto l’allevamento. Qui
un tempo la popolazione si spostava stagionalmente e le mandrie erano poco
numerose, per la scarsità di sorgenti. L’aumento di popolazione, la creazione
di confini tra Stati e gli ostacoli posti dai governi allo spostamento delle
popolazioni nomadi hanno portato ad uno sfruttamento eccessivo di alcune aree,
tanto più che l’apertura di nuovi pozzi ha permesso un notevole aumento del
numero di capi di bestiame allevato. Oggi la savana sudanese e quella saheliana
sono state profondamente alterate dal pascolo degli animali domestici, che in
queste regioni ha portato alla riduzione del manto vegetale, con gravi fenomeni
di impoverimento del suolo e frequenti carestie, soprattutto quando le piogge
stagionali sono più ridotte della media.
Anche la caccia ha alterato
profondamente l’equilibrio ambientale della savana: animali come l’elefante e
il rinoceronte vengono uccisi per ricavarne l’avorio delle zanne o del corno.
In alcune aree la caccia ha provocato la loro completa scomparsa e in altre ne
ha ridotto fortemente la consistenza. La creazione di una rete di parchi
nazionali in Africa garantisce una certa protezione, ma non è sempre
sufficiente a difendere queste specie minacciate, perché il bracconaggio (la
caccia abusiva) è praticato anche all’interno dei parchi.
Marzo 2015: il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta si appresta a dar
fuoco a un mucchio di zanne di elefanti uccisi di frodo nel Parco Nazionale di
Nairobi
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