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giovedì 16 luglio 2015

31 Gli insediamenti e le città



GLI INSEDIAMENTI E LE CITTÀ

Nella lezione precedente (“La civiltà europea”) è emerso che nei momenti maggiormente positivi per lo sviluppo di una civiltà si è sempre registrato un incremento nel numero delle città, cioè si è verificato il fenomeno dell’urbanizzazione. Non è un caso che la popolazione che oggi nel mondo vive in aree urbane sia in continua crescita e che nel 2009 la popolazione urbana abbia superato quella rurale. Questa lezione è pertanto incentrata sulle diverse forme di insediamento esistenti e in particolare sulle città.
Esistono due tipi di insediamenti umani: quelli temporanei e quelli permanenti.
Gli insediamenti temporanei sono caratteristici delle popolazioni nomadi o seminomadi che si spostano da una regione all’altra e abitano per un certo periodo in case facili da costruire e smontare, come le tende, o in abitazioni provvisorie, o ancora in carovane che si spostano secondo le necessità. In Europa il nomadismo è sempre meno praticato e riguarda quasi esclusivamente le popolazioni come i Rom, che vivono per lo più in centri appositi (a volte degradati) i quali non favoriscono l’integrazione con la popolazione stanziale.

Un insediamento rom vicino a Poprad, in Slovacchia

Gli insediamenti permanenti sono quelli abitati in modo continuativo dalle persone e sono a loro volta di due tipi principali: sparsi o accentrati.
Gli insediamenti sparsi sono costituiti da abitazioni isolate e distribuite sul territorio; sono diffusi soprattutto nelle zone rurali, per questo, spesso, si tratta di case abitate da persone che lavorano nell’agricoltura. La casa rurale tradizionale dei contadini era formata da alcuni edifici che un tempo svolgevano precise funzioni: l’abitazione per la famiglia, la stalla e il fienile per i bovini, la rimessa per le macchine agricole. Tutti questi edifici sorgevano attorno a un’aia, cioè un cortile centrale dove venivano raccolti i prodotti da essiccare, sgranare o scegliere, o dove erano lasciati liberi i cosiddetti “animali da cortile”, cioè pollame e simili. Oggi gli agricoltori non allevano più il bestiame (tranne in qualche area dell’Europa orientale) e la stalla e il fienile sono diventati depositi, garage, seconde case; l’aia si è trasformata in spazio per i giochi dei bambini o in giardino. Accanto alla casa rurale si trova ancora, abbastanza spesso, uno spazio utilizzato come orto per la coltivazione di legumi da consumare in famiglia.

Una casa contadina nel Brabante Settentrionale (Paesi Bassi)

A volte gli insediamenti sparsi non sono case di contadini, bensì abitazioni di persone che svolgono tutt’altro lavoro, di solito in città, dove si recano al mattino e da cui ritornano il pomeriggio o la sera: sono persone che hanno scelto di vivere in campagna per essere lontani dai rumori e dagli inquinamenti che si possono trovare in città, insomma, che desiderano un po’ di quiete e di tranquillità. In questi casi le loro abitazioni hanno una tipologia molto simile alle villette che si possono trovare in città, magari dotate di un più ampio giardino, oppure possono essere ricavate da vecchie fattorie o case rurali, di cui conservano, soprattutto all’esterno, la fisionomia.

Casa di campagna nelle Marche (Italia)

Gli insediamenti accentrati sono abitazioni costruite in raggruppamenti più o meno consistenti: si va dal casale o borgata (un gruppo di poche case), al centro abitato, che, a seconda del numero di abitazioni, può essere un villaggio (se gli abitanti sono meno di mille), un paese (da mille a 15.000), una città (oltre i 15-20.000 abitanti); non esiste comunque una normativa precisa su questa questione, perciò i termini usati possono variare.
La nascita e lo sviluppo di un centro abitato in un determinato luogo (sito) dipendono da molteplici fattori; essi possono essere naturali o umani, comunque considerati favorevoli alla vita umana: la possibilità di rifornimento idrico o alimentare, la facilità nelle comunicazioni e negli scambi, la possibilità di difendersi da attacchi nemici.
Spesso la scelta del sito determina la forma di un centro: ad esempio possiamo avere un villaggio lineare che si è sviluppato lungo una strada o un corso d’acqua, oppure un villaggio accentrato sorto attorno a un castello, o a una cerchia di mura, o all’ansa di un fiume.

Il paesino di Loket (Repubblica Ceca) ha una forma circolare 
poiché è quasi completamente circondato dal fiume Eger

La città si distingue dal villaggio e dal paese non solo perché ha più abitanti ed edifici, ma anche perché permette lo svolgimento di tutte quelle funzioni che sono la causa prima per cui l’uomo ha inventato le città: la funzione residenziale, quella economica, quella politico-amministrativa.
La funzione residenziale è quella del vivere insieme ad altre persone: ciò permette la vicinanza con altri esseri umani (costumanza tipica dell’umanità) e la difesa comune da qualunque pericolo esterno (si pensi ai paesi costieri che durante il Medioevo erano attaccati dai Vichinghi in Francia o in Inghilterra, o dai Saraceni in Italia e Spagna).
La funzione economica consiste nell’avere, a una distanza quanto più ravvicinata, le fabbriche o altri luoghi di lavoro, le attività commerciali e tutte quelle strutture dei servizi (trasporti, banche, uffici vari, ospedali, scuole, eccetera) necessari al vivere quotidiano.
La funzione politico-amministrativa consiste nella possibilità di concentrare in uno spazio ravvicinato quanto serve all’esercizio del potere e del governo, vale a dire gli edifici del Municipio comunale, della sede provinciale o regionale, del tribunale, della Prefettura e così via. Nelle città che sono anche capitali di uno Stato questa funzione è maggiore e necessita di un gran numero di edifici: il palazzo reale o presidenziale, il Parlamento, i vari ministeri e così via.

Il complesso di edifici che formano il Parlamento austriaco a Vienna

Tutte le città sono formate da due parti principali, che corrispondono alle diverse fasi storiche della loro crescita: il centro e la periferia. Entrambe queste parti, soprattutto nelle città più grandi, possono essere suddivise in aree chiamate quartieri o zone.
Il centro della città è la parte più frequentata, verso la quale converge il maggior flusso di persone, di mezzi e di merci, e dove si possono trovare numerosi negozi e uffici. Spesso il centro corrisponde alla parte più antica della città, che noi chiamiamo per questo centro storico, mentre nei paesi di lingua inglese viene chiamato old town.

Centro storico di Cracovia (Polonia): nel centro storico ci sono di solito i monumenti principali
e la piazza più grande della città

Nelle città europee il centro storico può essere molto vario, in base a quanto è antico e a quale civiltà appartiene: in Grecia e nelle città nate dalla colonizzazione greca è facile trovare nel centro storico qualche tempio greco; nelle città di origine romana possono esserci un anfiteatro, un foro, una porta, un teatro; in una città medievale un castello, o una cattedrale o un palazzo comunale e comunque strade strette e intricate.

Una delle porte medievali di Basilea (Svizzera)

Alcune città hanno una chiara origine rinascimentale, con ampi viali rettilinei, grandi palazzi, poderose mura con bastioni; altre ancora evidenziano l’origine industriale nei viali alberati dove sorgono le case signorili e nei quartieri popolari che un tempo attorniavano le fabbriche, ora spostate fuori città, ma di cui a volte rimangono edifici trasformati in musei. Molte città europee hanno subito pesanti bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale e sono state per questo ricostruite al termine del conflitto; la ricostruzione è avvenuta nel rispetto delle forme originarie per quanto riguarda i monumenti storici, in forme completamente nuove per altri edifici, come ad esempio le stazioni ferroviarie che sono state solitamente modificate per adeguarle alle nuove condizioni del traffico.

La Gedächtniskirche di Berlino (città particolarmente distrutta dai bombardamenti) non è stata ricostruita: accanto ai suoi ruderi sono stati costruiti altri edifici (quella sulla destra è una nuova chiesa) in stile completamente moderno e molto in contrasto con quello della chiesa ottocentesca

Uscendo dal centro si procede verso la periferia, che può essere più o meno estesa a seconda dello sviluppo della città: mano a mano che ci si allontana dal centro storico i quartieri si fanno più moderni e specializzati, in particolare si incontrano le zone industriali e artigianali dove prevalgono le fabbriche, oppure le zone commerciali in cui sorgono grandi ipermercati, centri commerciali e centri fieristici, oppure ancora le zone amministrative nuove, più adatte alla funzione che svolgono rispetto agli edifici storici del centro, spesso trasformati in monumenti.
Al di fuori della periferia, in zone rurali nelle quali è ancora presente la campagna coltivata, si trovano a volte i sobborghi, nuclei abitati strettamente collegati alla città.

Il distretto di La Défense a Parigi è un insieme di grattacieli adibiti a uffici, centri commerciali e appartamenti; si trova a ovest di Parigi, fuori dal suo comune, ma è parte integrante della capitale francese, raggiungibile in un tempo accettabile mediante la metropolitana

L’urbanizzazione, ossia la crescita continua delle città, ha portato all’espansione crescente delle città nei territori circostanti e alla nascita di aree urbane sempre più grandi e popolose. Quando un centro supera il milione di abitanti siamo in presenza di una metropoli. Quando una metropoli si amplia fino a inglobare i sobborghi e i centri urbani minori circostanti, si forma un agglomerato urbano che può superare anche i 10, 30 milioni di abitanti e che viene chiamato anche megalopoli. Quando due o più città si sono espanse al punto di congiungersi o quasi, ma conservano una certa indipendenza (ad esempio amministrativa) si parla di conurbazione.
In Europa quasi 40 città superano il milione di abitanti; eccone l’elenco con l’avvertenza che i dati non sono tutti dello stesso anno (manca in Europa una fonte statistica precisa e omogenea su questo aspetto) e che si riferiscono alle singole municipalità (se fossero considerate le aree metropolitane comprensive anche dei sobborghi le cifre sarebbero più alte):



Città (Nazione)
Abitanti
1
Istanbul (Turchia)
13.854.740
2
Mosca (Russia)
12.197.000
3
Londra (Regno Unito)
8.615.000
4
San Pietroburgo (Russia)
5.197.000
5
Berlino (Germania)
3.562.000
6
Madrid (Spagna)
3.165.000
7
Roma (Italia)
2.872.000
8
Kiev (Ucraina)
2.619.000
9
Parigi (Francia)
2.274.000
10
Minsk (Bielorussia)
1.921.000
11
Barcellona (Spagna)
1.814.000
12
Bucarest (Romania)
1.803.000
13
Vienna (Austria)
1.793.000
14
Amburgo (Germania)
1.789.000
15
Budapest (Ungheria)
1.735.000
16
Varsavia (Polonia)
1.726.000
17
Belgrado (Serbia)
1.659.000
18
Novosibirsk (Russia)
1.523.000
19
Monaco di Baviera (Germania)
1.498.000
20
Charkiv (Ucraina)
1.494.000
21
Ekaterinburg (Russia)
1.412.000
22
Nižnij Novgorod (Russia)
1.358.000
23
Milano (Italia)
1.337.000
24
Sofia (Bulgaria)
1.270.000
25
Praga (Repubblica Ceca)
1.243.000
26
Kazan’ (Russia)
1.205.000
27
Bruxelles (Belgio)
1.168.000
28
Čeljabinsk (Russia)
1.156.000
29
Samara (Russia)
1.135.000
30
Omsk (Russia)
1.131.000
31
Rostov sul Don (Russia)
1.115.000
32
Ufa (Russia)
1.096.000
33
Birmingham (Regno Unito)
1.074.000
34
Colonia (Germania)
1.057.000
35
Perm’ (Russia)
1.036.000
36
Volgograd (Russia)
1.017.000
37
Odessa (Ucraina)
1.003.000


Sette di queste città sono delle conurbazioni e in quanto tali hanno un numero di abitanti assai maggiore di quello nel loro territorio comunale: per esempio Parigi arriva quasi 12 milioni di abitanti, Londra arriva a 14, Mosca a 18. Cinque di queste conurbazioni si sono formate intorno a una capitale. Due di queste, Parigi e Londra, sono capitali da molti secoli e sono tra i principali centri industriale e commerciali dell’Europa; inoltre poiché la Francia e l’Inghilterra costituirono un vasto impero coloniale, queste due città sono fortemente cosmopolite, cioè abitate e frequentate da gente di ogni nazionalità.
Altre due grandi conurbazioni sorte intorno ad una capitale sono quelle di Mosca e di San Pietroburgo, entrambe capitali della Russia in tempi diversi; San Pietroburgo è una città piuttosto recente, dato che è stata fondata solo nel 1703, ma nacque già per essere capitale dell’Impero Russo e questo spiega la sua rapida espansione.

Veduta aerea di Mosca (Russia)

Anche Istanbul fu capitale, prima dell’Impero Bizantino, con il nome di Bisanzio o Costantinopoli, poi dell’Impero Ottomano e solo nel 1923 fu sostituita da Ankara nel ruolo di capitale della Turchia; va considerato comunque che essa rimane la principale città di questo Stato ed una delle maggiori del continente, ma ha caratteri più asiatici che europei.
Le altre due conurbazioni sono formate da città vicine, che la crescita ha portato a fondersi: si tratta della città-anello olandese (Randstad Holland), che ha più di 6 milioni di abitanti e comprende 17 città tra cui Amsterdam, Rotterdam, L’Aia, Utrecht e Leida, e della conurbazione della Ruhr, in Germania, costituita da centri industriali quali Dortmund, Essen, Duisburg e Düsseldorf, ma anche Colonia e Bonn possono essere fatti rientrare in questa vasta area con più di 5 milioni di abitanti.

Veduta sul bacino della Ruhr, in direzione di Duisburg (Germania)

La rapida crescita delle città ha creato molti problemi e fin dal secolo scorso le amministrazioni comunali hanno dovuto intervenire più volte, preparando piani regolatori che stabilissero l’aspetto di quartieri o di intere città; anzi, dove ciò avvenuto ancora all’inizio del XX secolo (nell’Europa centro-settentrionale) sono stati evitati quei problemi di sovraffollamento, di traffico, di inquinamento, di mancanza di servizi e di spazi verdi che sono tipici di parecchie città dell’Europa meridionale, dotate solo molto tardi di piani regolatori efficaci.

Traffico in una via di Atene (Grecia) vicino al palazzo del Parlamento

 I piani regolatori stabiliscono quale uso è possibile fare del terreno, sia pubblico, sia privato: quali aree possono essere destinate ad abitazioni, quali ad attività commerciali, o agricole, o industriali, quali a spazi verdi. Essi fissano alcune norme per le costruzioni (ad esempio l’altezza degli edifici, il numero di piani, i metri cubi) in modo che nelle città le condizioni di vita siano soddisfacenti.

Lo Slottsparken di Oslo (Norvegia): tutte le città dell’Europa centro-settentrionale sono dotate 
di ampi e curatissimi giardini pubblici

L’Italia, purtroppo, si contraddistingue spesso per la mancanza di norme precise o per l’incapacità degli amministratori di far rispettare le norme esistenti: sono numerosi i fenomeni di abusivismo edilizio (cioè costruzione di edifici che non rispettano le regole) e i politici, per ottenere i voti dei cittadini che già hanno operato disonestamente, varano spesso dei condoni edilizi, ossia delle leggi che permettono a chi ha commesso un abuso di cavarsela con il pagamento di una piccola somma allo Stato (raramente si giunge all’abbattimento o al sequestro di edifici non in regola). In questo modo non si crea una corretta abitudine civica e si continua a costruire nei greti dei fiumi, sulle coste, su pendii franosi, persino in aree archeologiche, con grave danno per il bene comune.

Abusivismo edilizio in Puglia (Italia)


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