Approfondimenti

venerdì 20 giugno 2014

6 Elementi del paesaggio: la vegetazione

LA VEGETAZIONE


Nel territorio ci sono gli ambienti naturali: alcuni sono rimasti intatti (cioè l’uomo non li ha modificati), altri invece sono stati modificati dall’uomo.
In Italia possiamo descrivere gli ambienti naturali nel modo che segue.
La montagna conserva il maggior numero di ambienti naturali non modificati: infatti le forti pendenze dei monti che rendono difficili i collegamenti, la scarsità di spazi pianeggianti da sfruttare per l’agricoltura o per la costruzione di case e il lungo inverno, hanno contribuito a salvaguardare questo ambiente. Alle quote più alte troviamo la nuda roccia, più sotto i pascoli, ancora più in basso i boschi di conifere. In questo ambiente vive una ricca fauna (= animali).
La collina conserva i boschi nelle zone più alte e nei versanti più ripidi, ma in parte è utilizzata per le coltivazioni.
La pianura è un ambiente fortemente trasformato dagli uomini. I boschi originari sono scomparsi quasi ovunque, così come le paludi e gli acquitrini. Al loro posto oggi ci sono i campi usati per l’agricoltura e ampi spazi dove l’uomo ha costruito villaggi, città e strade. In genere soltanto lungo i fiumi possiamo trovare ancora qualche bosco o qualche filare di alberi.
Sul mare le coste alte hanno ancora gli arbusti sempreverdi della macchia mediterranea. Invece sono poche le coste basse rimaste intatte: infatti strade ed abitazioni hanno preso posto quasi ovunque delle dune di sabbia, o delle strisce di bosco o degli stagni che una volta si trovavano lungo le coste.

Nei prossimi capitoli studieremo la vegetazione dei diversi ambienti e la sua importanza.


LE PIANTE DEL BOSCO

Sia in montagna, che in collina, che in pianura cresce il bosco, ossia un insieme di alberi che coprono un vasto territorio. Se l’uomo non interviene, il bosco può espandersi finché trova terreno libero.
Ogni albero ha bisogno per crescere di uno spazio vitale: una parte di suolo per le radici e lo spazio al di sopra per il fusto (o tronco) e la chioma (cioè l’insieme dei rami e delle foglie). Allo stato naturale gli alberi crescono a una certa distanza uno dall’altro, in modo da avere il giusto spazio vitale.
La vegetazione del bosco comprende anche il sottobosco, cioè gli arbusti e i cespugli. Gli arbusti sono piante con il fusto legnoso che si ramifica fin dalla base; essi possono raggiungere l’altezza di alcuni metri. I cespugli sono un insieme di fusti che partono da una sola radice.
Arbusti e cespugli si accontentano di poca luce e non raggiungono una grande altezza.

Osserva l’immagine:


Gli alberi sono raggruppati in 3 categorie, ognuna tipica di una determinata zona climatica:
1-     le conifere
2-     le latifoglie
3-     le sclerofille.
 Osserva l’immagine:


Le conifere vivono in alta montagna, oltre i 1.000 metri di quota; infatti sono alberi capaci di superare inverni molto freddi. In Italia le conifere più comuni sono l’abete, il pino e il larice.
Alcune latifoglie vivono nella parte bassa della montagna (tra 600 e 1.000 metri) e in alta collina. Gli alberi più comuni sono il faggio, la quercia e il castagno.
Altre latifoglie vivono in pianura sulla riva dei fiumi, dove il terreno è sempre umido; le piante più comuni sono il pioppo, il salice e l’ontano, ma oggi i boschi di pianura sono stati praticamente distrutti e quelli che ci sono, sono quasi tutti artificiali, cioè piantati dall’uomo.
Le sclerofille vivono nella zona costiera; le più diffuse sono il leccio, il cipresso e il pino domestico, che formano il bosco mediterraneo. Accanto ad esso è presente anche la macchia mediterranea, formata da arbusti e cespugli.

Abete
Castagno
Cipressi

LE CONIFERE

Le conifere sono alberi che producono come frutto una pigna. Le conifere sono chiamate anche aghifoglie, perché le foglie sono sottili e appuntite come aghi. Quasi tutte le conifere sono sempreverdi, cioè alberi che non perdono mai le foglie: l’unica eccezione è il larice.
Molte conifere vivono in montagna, oltre i 1.000 metri di quota, dove l’inverno è freddo. Le conifere, infatti, hanno alcune caratteristiche necessarie per sopportare le basse temperature e la scarsità d’acqua:
- hanno un fusto cilindrico regolare, con i rami che partono direttamente dal tronco e che sono meno lunghi verso l’alto: in questo modo la pianta ha la forma di un grande cono, su cui la neve scivola in inverno:
- le foglie sono aghi lunghi qualche centimetro e distribuiti in modo uniforme o a ciuffi lungo i rametti; la loro forma sottile e la loro durezza servono a limitare la traspirazione e la perdita di acqua, quando, in inverno, il suolo è gelato;
- all’interno del tronco e dei rami è presente la resina, che non gela neppure quando la temperatura è di molti gradi sotto lo zero.

Una pigna
Gli aghi
La resina

Le specie più diffuse in Italia sono l’abete rosso (vive in Italia tra i 1.000 e i 2.000 m ed è la conifera più comune), il pino silvestre (è diffuso fino ai 1.500 m) e il larice (vive fino a 2.200-2.400 m e in autunno i suoi aghi ingialliscono); queste conifere formano grandi boschi. Alcune conifere vivono in climi più miti o in riva al mare, come il cipresso, il pino domestico e il tasso.

Abete rosso
Pino silvestre
Larici

LE LATIFOGLIE

Le latifoglie sono alberi a foglia larga; sono dette anche caducifoglie, perché le foglie cadono ogni anno, in autunno. Le latifoglie crescono in pianura, in collina e in bassa montagna, cioè nelle zone dove il clima è temperato (cioè non troppo freddo).
La maggior parte delle latifoglie ha queste caratteristiche:
- il tronco è diritto per alcuni metri, poi si divide in grossi rami che salgono verso l’alto
- i rami più sottili si biforcano in modo complesso e si spingono verso l’esterno, in modo da catturare la massima quantità di luce durante l’estate
- le foglie vivono circa sei mesi: in estate sono rigogliose e formano una grande chioma verde, in autunno diventano gialle e seccano, in inverno cadono e lasciano i rami spogli.

Una latifoglia nelle 4 stagioni: da sinistra a destra, primavera, estate, autunno, inverno

Le latifoglie più comuni sono la rovere, il faggio e il castagno. Alcune delle latifoglie sono famose per la qualità del loro legno (ad esempio il noce, il ciliegio e l’olivo).
Un bosco di latifoglie è formato prevalentemente da alberi della stessa specie: abbiamo così una faggeta (dove dominano i faggi), un pioppeto (dove dominano i pioppi), un castagneto (dove dominano i castagni), un querceto (dove dominano le querce), un oliveto (dove predominano gli olivi) e così via.

Faggeta in Emilia
Castagneto in Abruzzo

LA VEGETAZIONE MEDITERRANEA

Nei climi mediterranei (presenti soprattutto lungo le coste del Mar Mediterraneo) cresce una vegetazione composta prevalentemente da piante sclerofille, cioè da alberi o arbusti sempreverdi con le foglie piccole e dure.
Sono piante che possono sopportare un’estate arida (cioè con poche piogge) su terreni quasi asciutti, perché riducono al minimo la perdita d’acqua per traspirazione.
Gli alberi più diffusi sono latifoglie, come il leccio, la quercia da sughero e l’olivo selvatico.
Ci sono anche delle conifere (come il pino domestico, il pino marittimo e il cipresso) che si sono ben adattati al clima mediterraneo e che crescono mescolate alle sclerofille.
Gli arbusti mediterranei hanno fiori profumati e foglie aromatiche; crescono aggrappati alle rocce, fino in riva al mare e formano un sistema vegetativo chiamato macchia mediterranea. Questi arbusti vengono distinti in grandi arbusti (come l’oleandro, l’alloro, il corbezzolo, il mirto, il lentisco) e in piccoli arbusti (come le piante aromatiche con foglie larghe – salvia, menta – o con foglie sottili quasi come aghi – rosmarino, ginepro, timo, lavanda).
Oggi la macchia mediterranea è in forte riduzione su tutte le coste del Mediterraneo.

                  Un leccio                              Una quercia da sughero                  Un olivo selvatico
                     Pini domestici                                       Pini marittimi                                    Cipressi
                Un oleandro                                            Un mirto                                     Lavanda

IL RUOLO ECOLOGICO DEL BOSCO

Un bosco svolge numerose funzioni importanti per la vita sul nostro pianeta:
1- è una fabbrica di ossigeno, che viene prodotto ogni giorno con la fotosintesi clorofilliana operata dalle piante;
2- protegge il terreno, riducendo i pericoli di frane e di alluvioni;
3- è l’habitat di alcuni animali selvatici, che nel bosco trovano protezione e nutrimento.

L’immagine seguente ti permette di capire in che modo il bosco protegge il territorio:


Siamo in montagna, su un terreno in forte pendenza, coperto da un bosco. Da alcune ore sta cadendo una forte pioggia:
- le fronde degli alberi ricevono la pioggia, trattengono una cera quantità d’acqua e la fanno gocciolare lentamente sul terreno;
- le erbe e i muschi del sottobosco trattengono molta acqua, come se fossero una spugna;
- le radici degli alberi, degli arbusti e delle erbe rendono più compatto il suolo, perché formano una specie di rete di rinforzo;
- quando le chiome e il terreno sono saturi, l’acqua comincia a scendere lungo il pendio, poco per volta, rallentata da mille ostacoli. Il bosco funziona come uno scudo che protegge il suolo.

Cosa succede se quel terreno in pendenza è senza alberi?
- la pioggia colpisce con forza il terreno scoperto e porta via molte particelle di terreno. Le acque correnti le trascinano lungo il pendio, scavando lunghi solchi di erosione. Questi solchi possono diventare un po’ alla volta così profondi, da rendere possibile il formarsi di frane;
- l’acqua scende rapidamente lungo il pendio. In poco tempo si formano molti ruscelli, che riversano le loro acque in torrenti alla base del pendio, che vanno a loro volta a finire in un fiume. In caso di piogge eccezionali, il fiume può non riuscire a contenere tutta l’acqua nel proprio alveo e straripa, causando alluvioni disastrose.

Frane e alluvioni sono, purtroppo, frequenti in Italia: enorme è la colpa dell’uomo, che non ha cura del territorio e pensa solo a costruire, distruggendo la montagna, i boschi, i pascoli. A volte, addirittura, l’uomo arriva a bruciare i boschi, per vandalismo o per interessi economici sbagliati.

Una frana

Un’alluvione

L’ECOSISTEMA BOSCO

Un bosco è l’habitat naturale di numerosi animali; è cioè il luogo dove gli animali possono nutrirsi, riprodursi e trovare riparo.
Tra piante e animali si forma un intreccio di legami che si chiama ecosistema. Come funziona un ecosistema?
Le piante sono alla base della catena alimentare: esse producono materia organica a partire dall’energia solare e dalle sostanze che si trovano nel suolo.
Gli animali erbivori si cibano di piante e in particolare dei loro frutti o dei loro semi.
Gli animali carnivori si cibano di altri animali, insetti o animali erbivori.
La presenza di animali carnivori può sembrare una crudeltà della natura. In realtà la loro presenza è indispensabile all’equilibrio dell’ecosistema. Infatti gli erbivori, da soli, diventerebbero troppo numerosi e mangerebbero in poco tempo tutte le piante. E tutto il bosco morirebbe.

Nell’immagine seguente puoi osservare i legami esistenti all’interno dell’ecosistema bosco.


Come vedi, questi legami sono molto complessi; basta che uno solo degli elementi venga a mancare, e l’equilibrio dell’ecosistema salta, con conseguenze su tutte le altre specie.

Per fortuna non tutte le cose sono negative.
Le zone coperte da boschi sono a volte protette. In Italia ci sono 3 tipi di aree protette, cioè porzioni di territorio in cui si conserva la natura e l’ecosistema che è presente in quel territorio:
1-     i parchi nazionali (sono le zone più vaste e importanti, costruite per conservare interi paesaggi come massicci montuosi, vallate, ghiacciai, tratti di costa);
2-     i parchi regionali (coprono territori più limitati, all’interno dei quali si trovano anche strade, paesi, campi coltivati);
3-     le riserve naturali (proteggono di solito un singolo ambiente, per esempio una foresta, un lago, il delta di un fiume, un’isola, un fondale marino).



ESERCIZIO 1:
Scrivi il nome degli elementi numerati nel disegno:


1= ________________________ 2= ______________________ 3= _________________________

4= ________________________ 5= ______________________ 6= _________________________

7= ________________________ 8= ______________________ 9= _________________________

ESERCIZIO 2 (alternativo a 1):
Scrivi il numero corrispondente agli elementi rappresentati nel disegno:
fusto (o tronco) = _____________ chioma = ______________  pigna = ________________

bosco = ________________ conifere = _________________ latifoglie = _______________

arbusto = ______________ cespuglio = _________________ erba = __________________


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