IL SETTORE TERZIARIO
Da qualche decennio l’economia
mondiale è caratterizzata da una continua crescita di tutte le attività del
settore terziario, chiamata processo di terziarizzazione. In Europa il settore
terziario è ormai quello più importante per l’economia: occupa infatti la maggior
parte della popolazione attiva in quasi tutti i Paesi e fornisce circa il 70%
del reddito prodotto dagli Stati dell’Unione Europea, che è la maggiore potenza
commerciale al mondo, dato che metà degli scambi commerciali internazionali
avviene entro i suoi confini.
La crescita del settore terziario
è dovuta a 3 fattori principali:
-
lo sviluppo delle nuove tecnologie delle
telecomunicazioni e dell’informatica
-
l’aumento della domanda di servizi sempre più
specializzati da parte delle aziende
- la sempre maggiore richiesta di servizi da parte dei
cittadini, soprattutto nel campo dell’istruzione, della cura delle persone,
delle attività sportive e del turismo.
Malgrado questa crescita sia
generalizzata in Europa, il processo di terziarizzazione non è omogeneo: è molto
avanzato nei Paesi dell’Europa occidentale e settentrionale, è meno marcato
nella regione mediterranea orientale ed è più arretrato nei Paesi dell’Est,
dove la maggior parte dei servizi è di tipo tradizionale e le attività
tecnologicamente avanzate sono poco sviluppate.
In tutti gli Stati europei,
tuttavia, il settore terziario è quello in cui si concentra l’occupazione
femminile; in Italia, per esempio, l’80% delle donne che lavorano è impiegato
nei servizi.
Pubblico prevalentemente femminile a una conferenza sulle banche a
Londra (Regno Unito)
IL COMMERCIO
Nel settore terziario l’attività
più importante è il commercio, il quale è strettamente legato all’industria.
L’industria, infatti, ha bisogno di acquistare materie prime e fonti di energia
e deve vendere i propri prodotti su un mercato più ampio possibile: di qui la
necessità di costruire le industrie in zone che siano facili al commercio, come
i grandi fiumi (in particolare il Reno, la Senna, il Rodano e l’Elba) o le
coste del Mare del Nord, da secoli un centro di traffici internazionali.
Non a caso i principali porti
europei (Rotterdam, Londra, Le Havre, Anversa, Amburgo, Marsiglia) sono anche
importanti centri industriali.
Industrie e strutture portuali nel porto di Rotterdam (Paesi Bassi)
La presenza di industrie a sua
volta favorisce lo sviluppo dei centri commerciali (intesi come aree a forte
sviluppo commerciale), poiché fa aumentare la quantità di prodotti in arrivo e
in partenza; ne consegue che tutti i grandi porti europei si trovano negli
Stati più industrializzati e che molti di essi sono anche porti petroliferi,
dato che le industrie consumano petrolio in quantità notevoli.
Una petroliera sul Tamigi
Il commercio internazionale e
ancor più quello intercontinentale si svolge principalmente per via marittima,
che è meno costosa rispetto a quella terrestre o aerea (questa viene usata per
le merci che richiedono un trasporto rapido), soprattutto per grandi quantità
di merce.
Quando la merce viene scaricata
dalle navi, è necessario, comunque, per farla giungere a destinazione,
caricarla su autocarri, treni o chiatte (cioè grandi barche a fondo piatto
adatte alla navigazione fluviale). Alcuni Stati europei hanno sviluppato il
trasporto su rotaia (cioè con treni), poiché è meno inquinante e meno soggetto
a incidenti.
Altri Stati (in particolare
nell’Europa centrale) per la presenza di pianure, fiumi e canali (alcuni anche
vecchi di secoli) privilegiano il trasporto fluviale su chiatte, che risulta
invece poco praticabile nell’Europa meridionale, generalmente montuosa e con
fiumi dalla portata irregolare.
Chiatta a Bonn (Germania)
Per il trasporto del petrolio e
del gas naturale in Europa si fa uso di oleodotti e gasdotti.
Oleodotto sul Mare del Nord a Wilhelmshaven (Germania)
Come è già stato detto, il
trasporto più importante è quello marittimo: per questo i principali centri
commerciali in Europa sono i porti. Essi sorgono principalmente sull’estuario
di un grande fiume: questa è una posizione sicura, al riparo dalle tempeste, l’acqua
è profonda abbastanza da permettere a navi di grandi dimensioni di entrare nel
porto, grazie anche alle maree, che nel Mare del Nord e nello Stretto della
Manica sono particolarmente forti. Inoltre il fiume permette di comunicare
direttamente con le regioni interne: il maggior porto europeo, Rotterdam, si
trova sul Reno, già di per sé un fiume importante, che in più ha come affluente
la Ruhr, la quale attraversa una delle principali regioni industriali del
mondo.
Le Havre si trova sull’estuario
della Senna, Amburgo sull’Elba, Anversa sulla Mosa, Londra sul Tamigi.
Il porto di Amburgo (Germania)
Poiché nell’Europa meridionale
mancano ampi estuari, i principali porti si trovano in golfi naturali.
Il porto di Barcellona (Spagna)
Le aree dove si praticano grandi
scambi commerciali sono costrette, come le industrie, a continui rinnovamenti
tecnologici, se vogliono lavorare più in fretta e a prezzi inferiori rispetto
alla concorrenza, secondo cioè i parametri richiesti oggi dagli industriali.
Il rinnovamento tecnologico ha
determinato lo sviluppo di alcuni porti e la crisi di altri, come quello di
Genova, che non hanno saputo adeguarsi alle esigenze di un mondo che cambia in
continuazione e che necessita, per esempio, di spazi più grandi per ospitare le
navi di nuova costruzione e di grande tonnellaggio (il tonnellaggio è il volume
di carico di una nave mercantile). Molti porti hanno dovuto dotarsi di
avamporti, cioè di moli situati in posizione avanzata sul mare: questo a volte
succede quando sulla costa non c’è più spazio per la costruzione di moli e di
attrezzature per le navi.
L’avamporto di Great Yarmouth (Regno Unito)
Il commercio, ossia la vendita
dei prodotti industriali o del settore primario, può essere distinto in 2 tipi,
se consideriamo i luoghi in cui avviene; può infatti essere nazionale o
internazionale.
Quando i prodotti vengono venduti
sul mercato nazionale, il loro prezzo subisce una maggiorazione dovuta alle
tasse che ogni Stato impone su ciascun prodotto venduto: questa cifra è diversa
da Paese a Paese.
Quando i prodotti vengono venduti
sul mercato internazionale (cosa che sta avvenendo in misura sempre maggiore
nel nostro mondo cosiddetto globalizzato), la tasse da pagare sono dette
doganali, in quanto i prodotti attraversano la dogana, che è l’apposito ufficio
che controlla il passaggio delle merci da uno Stato all’altro. Le tasse
doganali possono essere anche piuttosto alte, in particolare se uno Stato
adotta una politica protezionistica, ossia se cerca di proteggere le merci nazionali
a scapito di quelle estere; imponendo una forte tassa su un prodotto straniero,
se ne fa aumentare il costo e lo si rende meno appetibile per la gente comune,
che preferirà acquistare il prodotto nazionale che costa di meno.
Doganieri francesi controllano un bagaglio all’aeroporto
Va ricordato che all’interno
dell’Unione Europea dal 1993 vi è la libera circolazione delle merci (ad
esclusione di quando vi siano rischi per la salute pubblica o per l’ambiente) e
sono state abolite le tariffe doganali; in questo modo l’acquisto di un bene
nazionale o straniero viene determinato non dal prezzo minore o maggiore dovuto
alle maggiorazioni tributarie, bensì dalla sua qualità.
Va considerato, inoltre, che
l’andamento del commercio internazionale dipende anche dal cambio monetario,
cioè dal valore della moneta di uno Stato rispetto al valore della moneta di un
altro Stato; il cambio monetario varia in continuazione, addirittura giorno per
giorno, sulla base della legge del mercato, cioè la legge della domanda e
dell’offerta. Se il valore di una moneta aumenta, le importazioni da altri
Stati vengono a costare di meno, perché le monete di quegli Stati valgono di
meno; perciò è più facile o più conveniente procurarsi all’estero materie prime
o prodotti industriali esteri. Invece i prodotti esportati vengono a costare di
più negli altri Paesi e perciò meno gente li acquista.
Dunque, l’aumento del valore di
una moneta favorisce le importazioni e danneggia le esportazioni. La
diminuzione, invece, del valore di una moneta provoca il fenomeno contrario.
L’introduzione in molti Stati
europei dell’euro ha complessivamente semplificato le operazioni legate al
tasso di cambio, come si chiama il rapporto tra il valore delle diverse monete
esistenti nel mondo.
Diverse monete del mondo
Anche se consideriamo l’utente a
cui si rivolge il commercio, possiamo distinguere 2 tipi di commercio: quello
all’ingrosso, che si occupa della distribuzione delle merci dai produttori ai
negozianti, e quello al dettaglio, rivolto ai consumatori finali, cioè i
cittadini.
Nel caso del commercio
all’ingrosso svolgono un ruolo importante le fiere commerciali, grandi mostre
specializzate in cui migliaia di espositori provenienti da tutto il mondo
pubblicizzano i loro prodotti. Ve ne sono di diverso tipo, fino a quello
massimo rappresentato dalle esposizioni universali (o expo) che si svolgono
ogni 5 anni.
L’ingresso alla Fiera di Francoforte sul Meno (Germania)
Il commercio al dettaglio è in
continua espansione, ma con modalità differenti nei diversi Stati europei.
Nell’Europa settentrionale e occidentale, cioè nell’Europa più ricca, il
commercio al dettaglio si basa sempre più su grandi catene di supermercati (dove
prevalgono i prodotti alimentari) e ipermercati (dove prevalgono prodotti non alimentari),
che sorgono soprattutto nelle periferie urbane o lungo grandi vie di
comunicazione e che, accostati a negozi di vario tipo, formano i cosiddetti
centri commerciali; spesso questi centri commerciali sono di proprietà di
grandi imprese multinazionali, come la francese Carrefour, la principale
azienda commerciale europea presente in 30 Stati (in Europa, America latina,
Africa e Asia), con migliaia di punti vendita e centinaia di migliaia di
dipendenti.
Un centro commerciale Carrefour a Bordeaux (Francia)
In questa parte dell’Europa,
inoltre, sono in diminuzione i piccoli negozi a conduzione familiare e sono in
aumento i grandi magazzini e i negozi specializzati nella vendita di merci di
tipo omogeneo: elettrodomestici, informatica, bricolage, sport, eccetera.
Negli Stati mediterranei e
orientali, in quelli prevalentemente agricoli e nei centri non molto grandi, il
commercio si svolge soprattutto in negozi di piccole dimensioni a gestione
familiare (panetteria, salumeria, bar, merceria, negozio d’abbigliamento,
cartoleria, ecc.) o in mercati (all’aperto o al chiuso) con le merci esposte su
bancarelle. Anche in tali paesi, però, il settore è in trasformazione: si
registrano infatti un aumento delle dimensioni dei negozi e la comparsa di
grandi gruppi multinazionali.
Mercato all’aperto a Veliko Tărnovo
(Bulgaria)
Mercato coperto a Valencia (Spagna)
IL PAESAGGIO DEL COMMERCIO
Le attività economiche legate al
commercio, in tutte le forme fin qui descritte, organizzano lo spazio secondo
caratteristiche ben distinte.
I porti occupano spazi costieri
molto estesi ed anche, come si è già detto, penetrano nel mare con gli
avamporti.
Di solito il tratto di mare in
cui sorge un porto viene protetto da dighe, che riducono il moto ondoso e
facilitano le operazioni di carico e scarico delle navi.
Il porto di Odessa (Ucraina): è evidente la funzione delle dighe
Tra la diga e la costa si viene a
formare in questo modo un tratto di mare detto bacino, dotato di banchine e
sporgenti che permettono l’approdo delle navi e di moli, attrezzati per lo
scarico e la conservazione momentanea dei diversi prodotti: si hanno perciò
moli con silos per i cereali, moli portacontainer per lo sbarco e il
trasferimento dei container, moli per prodotti alimentari con magazzini
frigoriferi, eccetera. Ogni tipo di molo è dotato di attrezzature particolari
(gru, tubi di aspirazione, magazzini di un certo tipo) e quindi ha una propria
fisionomia, evidente anche da lontano.
Sul molo arrivano anche la strada
e la ferrovia per il trasferimento delle merci sui mezzi di trasporto
terrestri.
Il porto di Le Havre (Francia)
Il commercio al dettaglio avviene
nei negozi, nei grandi magazzini e nei
centri commerciali.
Il negozio singolo, più o meno
grande, si trova in tutte le zone di una città o di un paese: la sua importanza
aumenta, però, se si trova in una zona centrale (nelle grandi capitali europee,
per esempio, i negozi più prestigiosi si trovano nel centro storico).
L’esterno del negozio è una
vetrina sul marciapiede (o sotto i portici), elegante e illuminata anche di
notte, dove sono esposti i prodotti di maggior richiamo. Sopra la vetrina (e a
volte anche nella porta d’ingresso) si trova l’insegna pubblicitaria, che
indica il tipo di attività svolta o la marca produttrice del prodotto in
vendita in quel negozio.
Negozio di una nota marca di jeans sugli Champs Elysées di Parigi
L’interno del negozio comprende
lo spazio di esposizione, con gli scaffali per gli oggetti appoggiati alle
pareti, e lo spazio di circolazione dove i clienti si muovono o sostano per
guardare la merce.
In un negozio lavorano
solitamente il proprietario (magari con i famigliari) e alcuni commessi.
Merce esposta negli scaffali all’interno del negozio Levis sugli
Champs Elysées a Parigi
I grandi magazzini hanno un
esterno formato da più di una vetrina, dove sono esposti i diversi tipi di
merce venduta; lo spazio interno è diviso da molti scaffali, che formano un
percorso per il cliente. In un grande magazzino lavorano un direttore, molti
commessi, qualche magazziniere.
Il centro commerciale è situato o
in un unico grande edificio, o in una serie di edifici accostati; sorge
solitamente lungo una grande via di comunicazione vicino a una città, ma può
trovarsi anche nel centro della città. Se si trova fuori città, è comodo da
raggiungere in automobile e consente di fare acquisti al chiuso, evitando i
pericoli del traffico, le intemperie o il caldo eccessivo d’estate (è sempre
dotato, infatti, di aria condizionata).
All’esterno il centro commerciale,
se di costruzione moderna ed extraurbano, appare non molto diverso dai
capannoni industriali: è circondato da un grande parcheggio per i clienti,
posto in prossimità dell’ingresso per i clienti, che è diverso da quello per le
merci, in modo che i camion dei fornitori e le automobili degli acquirenti non
si intralcino a vicenda. Nello stesso parcheggio si possono trovare anche un
distributore di benzina e altri servizi, quali ad esempio un cinematografo. Se
invece sorge in centro città, può occupare anche una costruzione storica o
comunque di un certo valore architettonico.
L’Altmarkt Galerie, un centro commerciale in zona centrale a Dresda
(Germania)
All’interno, oltre al
supermercato o ipermercato e ai vari negozi si trovano spesso grandi magazzini
monotematici, ad esempio dedicati all’elettronica o al bricolage; non mancano
inoltre bar, gelaterie e fast food per fare una pausa fra un acquisto e l’altro.
L’interno è un luogo curato, costruito per mettere a proprio agio gli
acquirenti: negozi e bar sono disposti su più piani, collegati da scale mobili;
gli arredi sono scelti in modo da creare un luogo non anonimo e piacevole, con
luci e lampadari di vario tipo, piante verdi, megaschermi televisivi, tavolini
per sedersi, spazi gioco per i bambini piccoli e così via.
L’interno del centro commerciale Vasco da Gama di Lisbona (Portogallo)
L'interno del centro commerciale MyZeil di Francoforte sul Meno (Germania)